Dal racconto lungo di Giovanna Esse: La moglie perduta in doppia chat. Un brano significativo dalle esperienze della regina del'erotico!
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Per puro caso quel sabato mattina ero in ufficio, da sola, per sistemare alcune pratiche urgenti. Avevo acceso il PC e, mentre sorseggiavo il mio cappuccino, davo una sbirciata alle varie caselle e-mail … Angelo:, appena letto “on line” si era fiondato, come al solito, sperando che questa fosse la volta buona … per concupirmi. Un sorrisetto salace si era disegnato sulle mie labbra.
Angelo:
Mariella:
Angelo:
Diventa più aggressivo, capisco che parlare così, con me, lo sta eccitando … questa cosa mi riscalda tutta, più del cappuccino. Istintivamente mi guardo intorno … nessuno, ovviamente. Senza alcun particolare motivo le mie gambe si accavallano lentamente e mi gusto il fruscio delle autoreggenti che si sfiorano sotto la gonna nera. Angelo, sempre più eccitato, incalza le sue profferte, non si aspettava che le cose potessero prendere una piega positiva. Cercavo di immaginarmelo mentre il suo cazzo si irrigidiva nel pigiama.
Mariella: Ti ringrazio ma non mi interessa vedere, tra l’altro sono al lavoro, se vuoi puoi raccontarmelo, sì, questo mi piace ... Se ti va puoi cacciarla adesso ...
Angelo:
Mariella:
Angelo:
Mariella:
Angelo: ti voglio mettere le dita in culo e rotearle ... mentre ti faccio sentire la mia cappella bollente in gola ... Voglio sentirti vibrare.
Mariella: Uhmmm … mi stai facendo girare un po’ la testa, sai?
Erano alcuni giorni che non mi masturbavo: è una pratica tutta mia a cui non intendo rinunciare, mi piace … e così intimo, privato. Spesso lo faccio poco tempo dopo aver fatto l’amore. Ripenso ai momenti più speciali, soprattutto a quando l’uomo eiacula … mi piace la sborra … è un trofeo. Quando gli schizzi partono dalla cappella, prima timidi … poi a fiotti, caldi e prepotenti, sento di essere padrona assoluta del “campo”: lui (o loro) sono tutti miei … il godimento mi lascia il segno. Un segno caldo che è sapore, odore. Ripenso alla sborra … una, due, a volte più eiaculazioni, mi penetrano o mi si spargono sul corpo: può essermi entrata in gola e l’odore mi imbratta le narici … può essermi sparsa sul corpo, sui seni o sulla schiena o, come capita a volte, spruzzata sulle dita dei piedi. Lo sperma dell’uomo può essere stato inalato nei miei buchi … forse questa è la sensazione più bella. Quando loro hanno finito e resto da sola con i miei sentimenti più intimi, mi piace pensare di essere stata usata … per il loro piacere … Come una casalinga che rimette in ordine dopo un pranzo ben riuscito con gli amici, ricordo le cose più piacevoli della “serata”. Quando sono sola, difesa dalla porta chiusa del bagno, prima di lavarmi, cerco le tracce liquide o attaccaticce della sborra. Le carezzo, le assaggio prendendole sulle dita, leccandole con la lingua o succhiandole tra le labbra … Allora, ricordando quegli spruzzi accompagnati da gesti inconsulti di goduria, da rumorosi sospiri, a volte da sordi ruggiti, mi masturbo deliziosamente e raggiungo il mio lungo orgasmo, continuo, appagante, delicato ... un orgasmo tutto femminile, fatto di sensazioni uniche, raffinate, segrete. Ecco, mi decido, mi alzo e tiro via le mutande: mi imbarazza sentire che sono già bagnata in figa, come una giovane troia. Decido di far segare quell’uomo del tutto sconosciuto, che fantastica col cazzo tra le dita … lontano, chissà in quale punto lontano del mondo. Intanto l’uomo, di cui non conosco neppure ‘età, incalza. Mi piace!
Angelo: Ti fotto la bocca con la mia asta e ti sfondo il culo con tre dita. Te le spingo fino in fondo, nell’ano, e massaggio. Ti massaggio il buco del culo internamente, scavando e strusciando le tre dita sulle tue pareti morbide e calde ... e ti invito anche a toccarti la fighetta, intanto. Ti chiamo puttana...la mia puttana, che ha tanta voglia del mio cazzo.
Mi piace essere maltrattata, usata frettolosamente; mi piace essere chiamata puttana e ricevere ordini secchi, decisi. Ovviamente quando sono eccitata … nella vita e nel lavoro la leonessa sono io. Ma quando la soglia della mia eccitazione raggiunge il punto cruciale … allora divento volentieri una donna oggetto … un corpo da godere, imbrattare, sborrare con rabbia e senza rispetto. La signora alta, altezzosa, sprezzante e irraggiungibile, lascia posto alla zoccola da strada che si nasconde nella mia vulva infoiata. Leggo vogliosa le parole che si susseguono corrette e piacevoli sullo schermo bianco … con la sinistra, libera, mi cerco la vulva … o bisogno di dilatarmi …
Mariella: Va bene, ti lascio farmi ... se ti va ti faccio anche da puttana.
Angelo: Hummmm … Cazzo non riesco più a scrivere tanto sono eccitato ... ho le palle così piene. Ti riempirei una scodella la mia sborra densa e bianca, voglio fartela leccare, ancora calda, come farebbe una cagnetta ingorda ... la mia cagna in calore!
Mariella: Allora dai, ti aiuto io, volentieri. Mi piace pensare che qualcuno stia emettendo dello sperma caldo in mio onore. Spero che il tuo cazzo sia grosso, adesso!
Angelo: Oh, si ho il cazzo enorme....
Continuo a stuzzicarlo … Ormai sono troppo eccitata per tirarmi indietro, desidero davvero che quell’uomo della strada, uno qualunque … mi prenda, mi possieda e mi scopi senza ritegno …
Mariella: Perché davvero ne ho voglia … voglio specialmente vedermelo davanti alla bocca … Vedere che arrapi! La tua mano che si agita, su e giù, lungo il cazzo, che per metà mi tieni in bocca … I miei seni grossi davanti a te, come nelle foto … ricordi? Ti sbatti il cazzo in maniera sempre più violenta. La cappella mi sbatte sulle labbra aperte … in attesa.
Angelo, allora, mi manda un link … lo guardo assetata, è una foto del cazzo: è bello, gonfiato dalla passione, la mano di lui lo circonda, forse è davvero il suo pene … Il desiderio di fargli un pompino mi inebria e mi porta calore alle tempie.
Demone: Ti vedo … allora, ci sei? Ti decidi a farti Cyberinculare?!?
Cazzo! Questa non ci voleva … un matto assillante … un rompiballe che farnetica di inculate e di cazzi spropositati. Deve essere uno dei cosiddetti affamati di figa, magari un sfigato, che vive nascosto dietro uno schermo. Probabilmente si tira cinque seghe al giorno … sulle foto mie e di altre, senza speranza di farsi una vera scopata. E’ un grossolano, volgare, scrive male … non l’ho bloccato perché la sua irruenza mi faceva ridere … lo fermo … non gli rispondo. Ma lui continua … che matto.
Demone: Allora? Sarà possibile "farti" il culo finalmente? Amore?
Angelo intanto continua a farselo in mano.
Angelo: Uhmmm! Si, cazzo! Voglio la tua bocca.
Mariella: Si, caro, imboccami col tuo ciucciotto adesso … fammi succhiare.
Rincaro la dose per farlo eccitare di più … intanto con le dita mi strapazzo la fessura che gocciola ormai sulla sedia bagnata. Sono matta per l’eccitazione. E’ così che mi viene l’idea … perché no? Chi mi vede? Chi mi conosce? Non l’ho mai tentato prima. Deciso, accontento anche l’altro, quel porco volgare e arrapato di demone.
Mariella: Ho visto il tuo cazzo nella foto ... allora verrai in bocca? Schizzi anche sulla mia pancia? Vero?
Angelo: Oh si … si ti riempirò pancia e petto di crema …
Demone: Ehiii! Dati i nostri "rapporti" potresti anche rispondere, no? … Non ti capisco. Ti ho chiesto un POMPINO in differita e ora che sei online non rispondi?
Questo è matto penso con un sorriso, mentre non trovo pace sulla sedia, sapendo che quell’altro si masturba sulle mie immagini intime.
Demone: Sei a casa?
Mariella (a Demone): No, al lavoro!
Demone: Hai scopato con tuo marito stanotte?
Decido di stuzzicarlo, deve sborrare anche questo pazzo scatenato, ho deciso. Sarà come se fossi capitata in un vicoletto malfamato e pericoloso … due maschi, due energumeni da accontentare: entrambi col grosso cazzo in tiro, entrambi decisi a inondarmi di sborra. Quasi una violenza ma non mi tiereò indietro … ormai sono più troia che mai.
Mariella (a Demone): Si, sabato verso le undici … ah ah Se guardi il profilo ho messo la foto ... le ultime sono quelle della scopata di ieri sera (Non era vero, ma sapevo che questo bestione era talmente allocco da crederci ciecamente).
Demone Scopa meglio lui o io?
Mariella (a Demone): Dai, non essere scemino! Lui scopa ... tu no, almeno non con me. Come faccio a sapere se lo sapresti fare meglio?
Intanto Angelo ha sempre il cazzo in mano, mi ha mandato un’altra sequenza di foto.
Angelo: Devi guardarmi mentre sborro per te … lo voglio … ti prego.
Mariella: Tesoro, ma non capisci? Non ce l’ho!
Angelo: Non fa niente, accetta il video, mi vedrai mentre me lo faccio in mano per te … amore.
Ci penso … mi infilo le dita in figa … sono sul punto di avere un orgasmo. Ok! Decido e autorizzo l’invio delle immagini. Non c’è dubbio, è proprio il suo cazzo nelle foto precedenti. E’ un bel cazzone non c’è che dire … sospiro, vorrei tanto che fosse qui … adesso.
Angelo: Devi vedermi sborrare …
L’altro si ripresenta … l’ho trascurato …
Demone: Lo hai detto a tuo marito che voglio Cyberscoparti?
Mariella (a Demone): Si, gli racconto tutto.
Demone: E lui che ha detto? Allora? Si sente cornuto o no?
Mariella (a Demone): Lui sorride di queste storie … Poi a volte, quando facciamo sesso, mi dice di pensare se mi piacerebbe farmi fare veramente da quell’altro. Se gli aprirei le gambe per farmelo mettere dentro, eccetera … Per esempio, gli ho detto delle tue “proposte oscene” … ah ah … e mio marito mi ha chiesto veramente da te lo avrei preso in culo.
Lo stuzzicavo, ne ridevo eccitata: ero vincente … funzionava! Mi sembrava di vedere Diavolo sbuffare e smaniare come un toro prigioniero di una gabbia … inferocito dall’odore del sangue. Sullo schermo del PC, in un lato, Angelo si faceva il cazzo in mano, ormai perduto nei suoi sogni erotici … un lampo di furbizia mi attraversò lo sguardo: e se avessi chiesto anche al “toro” di mostrarmi la sua bestia? Ma mi trattenni. Con le dita della sinistra sfrecciavo sul clitoride, la mia figa schiumava e piccoli schizzi trasparenti si spargevano nella penombra, come un vapore primordiale nella bruma del mattino. Intanto, la frase di Demone campeggiava nel suo riquadro, in chat.
Demone: E tu che gli hai detto? Gli hai confessato che vuoi essere la mia Troia! Si? Zoccolona … sì? (...)
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