Cronista

Cronista

Una serie di coincidenze mi consente un intero pomeriggio di libertà dal lavoro in redazione; decido allora di sfruttare l’occasione per fare ordine, a casa, nei miei appunti per il servizio di massimo impegno che ho concordato col direttore, un’indagine sui vizi privati nella provincia italiana per il quale ho avuto, direttamente, il supporto di puttane professioniste che mi hanno segnalato personaggi insospettabili e, tempestivamente, eventi assai speciali.

Indirettamente, ed involontariamente, un grande aiuto mi è stato dato da mia moglie, con la quale ho un rapporto che sarebbe inaccettabile se non fossi paziente al massimo, e la ‘banda’ delle sue amiche predilette che con lei condividono aberranti esperienze di sesso estremo per il solo gusto di fare le corna ai mariti che ritengono inadeguati alle loro esigenze e indegni di qualunque rispetto.

Nel mio caso, tutto nasce dalla mentalità infantile, ricca di illusioni e capricciosa di Nadia che, dopo avermi sposato col massimo entusiasmo affascinata dal mio lavoro di giornalista, dopo dieci anni di serena convivenza, si è improvvisamente scoperta la ‘smania dell’inviato di guerra’; nella sua fantasia infantile, giornalista è chi trasmette dai fronti di guerra; chi lavora nella cronaca, come me, è un raffazzonatore, senza palle e vigliacco.

Per questa sua personalissima visione delle cose, ha cominciato a farsi scopare in giro da bulletti che si spacciano per avventurieri; dopo i primi mesi di occasionali sveltine, entrata nel ‘giro forte’ delle signore borghesi insoddisfatte, ha dato la stura ad una sua capricciosa visione delle cose e si è resa protagonista di azioni per lo meno ignobili; non si rende conto della situazione ridicola di una bambina inesperta che batte i piedi per capriccio e si lascia sfuggire il grosso degli eventi.

Per esempio, ha voluto in casa un impianto raffinato antintrusione con allarme, segnalazione alla polizia e ripresa video; ma non è mai stata capace di usarlo correttamente e, puntualmente, lascia la registrazione attiva quando è in casa, mettendomi in condizione di conoscere tutti i movimenti, registrati sulla memoria di un computer e trasmessi al mio cellulare; stupidamente, lo fa anche quando scopa nel nostro letto o parla con le amiche delle loro bravate coi maschi.

Ho sempre saputo tutto delle sue manovre per farmi le corna ed ho assistito a molte sue scopate nella nostra camera; la cosa diventa quasi esilarante, se non fosse vomitevole, quando con le amiche si raccontano le esperienze recenti e progettano ‘spedizioni’ per l’immediato futuro; da quando mi dedico al tema delle zoccole e delle corna, la cucina di casa diventa fonte di materiali fondamentali; l’aiuto delle puttane di professione mi consente di filmare tutte le loro scopate, assurde qualche volta.

Mentre sto organizzando i materiali raccolti negli ultimi giorni, scatta il meccanismo della videoregistrazione; inserisco le cuffie e mi pongo all’ascolto; mia moglie è arrivata con le amiche solite e si stanno divertendo a raccontarsi le ultime scopate; poiché so che il computer sta regolarmente registrando, acuisco l’attenzione ai racconti; si stanno un po’ provocando e la prima a reagire è Veronica, moglie di un imprenditore edile ricco e famoso.

Racconta che suo marito ha aperto un nuovo cantiere per un complesso abitativo nelle periferia più immediata; come d’abitudine, ha chiamato a lavorare in nero una decina di extracomunitari, tutti africani, e lei è andata a studiarsi i nuovi arrivati; la prima cosa che ha notato sono stati i pacchi notevoli tra le cosce; gli abiti sdruciti lasciavano intravedere mazze da almeno venticinque centimetri e la figa ha cominciato immediatamente a ribollirle.

Tornata verso la fine della giornata di lavoro, si è portata verso la zona spogliatoio e, mentre i muratori si lavavano con i tubi per gli usi del cantiere, ha stimolato le loro reazioni sculettando come è solita fare quando decide di farsi scopare; non ha impiegato molto ad attirarli nella sua orbita e si è appartata nello sgabuzzino che funge da deposito portando con se l’operaio più anziano, e più pronto a recepire l’invito.

Fatto cadere il pantalone sdrucito, a gesti, senza bisogno di parlare, ha preso in mano un cazzo di quasi trenta centimetri dello spessore di una lattina; istintivamente quasi, l’anziano ha afferrato le tette morbide e grosse ed ha ricambiato la sega da professionista con una lunga e sapida manipolazione delle tette; un suono gutturale ha avvertito gli altri e subito dopo lei si è sentita afferrare, da dietro, la figa grondante.

Un ragazzo di una ventina di anni, comparso alle sue spalle, le ha infilato un dito lungo e morbido masturbandola con abilità; ha cominciato a grondare dalla figa e a godere dalle tette; i neri si sono affollati nello sgabuzzino e si sono sbizzarriti a prendere quel che trovavano davanti; lei non faceva che godere e sentire con gioia la consistenza delle diverse mazze nelle mani, sul culo, tra le cosce; il suo perverso piacere si diffondeva come afrore nell’aria mescolandosi a quello, più selvatico, dei neri arrapati.

Lei ha perso ogni freno inibitore e si lascia penetrare, in piedi, da dietro, da un cazzo grosso, giovane e nerboruto, che le forza il canale vaginale già largamente spanato; a quel punto, l’anziano, imponendo un suo certo prestigio, ha imposto ordine per fare in modo che disciplinatamente tutti si accostassero a farsi masturbare e succhiare, prima di penetrarla in figa e nel culo; ha sentito le mazze, belle grosse, farsi largo in vagina e riempirla fino all’utero dove la maggioranza scaricava una ricca sborrata.

Adattandosi alle posizioni ed affidandosi alla guida dell’anziano, l’hanno scopata in tutti i modi; è arrivata a prenderne contemporaneamente fino a tre, uno in culo uno in figa e uno in bocca; nel giro di un paio d’ore ha fatto sborrare tutti, alcuni anche due volte, tanto erano arrapati; l’apice lo ha raggiunto quando, sdraiata su un ragazzo particolarmente dotato che le riempiva la figa, è stata montata nel culo da un cazzo altrettanto forte; un terzo le ha occupato la bocca e due li masturbava ai lati.

Si è ritirata con figa e culo grondanti e con la bocca ancora piena di sborra dolcissima; se n’è andata a casa a riposare e, provocatoriamente, ha sollecitato suo marito che, impegnato su alcune carte, si è negato; il commento di lei è stato un saluto al povero cornuto; mia moglie le ha chiesto se ha provato qualche emozione a reggere contemporaneamente due o tre mazze di quella stazza nel corpo; l’altra ha commentato che, quando si prova piacere, figa culo e bocca si adattano immediatamente.

Nadia ha osservato che a lei, più che il volume delle mazze prese, interessano le situazioni; racconta che, la sera prima, al bar che frequentano, è stata agganciata da due giovani bulli ben noti, di cui uno possiede una Ferrari; l’invito ad una corsa nella città semideserta è stata da lei accolto con favore; l’hanno fatta sedere dietro, dove uno dei due le ha immediatamente infilato le mani nel vestito e l’ha masturbata con gusto.

Presa dal vortice del piacere lei gli ha sbottonato freneticamente il pantalone, ha tirato fuori una sberla di oltre venti centimetri e l’ha presa in bocca; per qualche minuto, mentre l’auto sfrecciava a velocità pazzesca nelle strade cittadine, ha succhiato quel cazzo ricavandone un intensissimo piacere; la tensione della corsa e qualche manovra brusca le hanno mandato il cuore in gola ed ha avuto la sensazione di succhiare quel cazzo meraviglioso non solo con bocca e gola ma addirittura col cuore.

Il maschio non ha voluto sborrare; l’ha spinta riversa sul sedile e si è fiondato a leccare figa e culo, facendola girare a pecora nello stretto abitacolo; l’emozione di vedersi sfilare sotto gli occhi le luci quasi confuse della città, mentre fitte di piacere le si scatenano dal ventre fino al cervello, le ha offerto brividi imprevisti di piacere infinito; lo ha quasi implorato di metterlo in figa, tanta era la voglia che le montava dalla situazione assolutamente inedita.

L’ha fatta piegare col seno sullo schienale del sedile anteriore e la mazza durissima si è aperta la strada nella figa che è tutta un lago di piacere; mentre l’amico fa volare nelle strade cittadine il bolide rosso, la mia troia si delizia con le botte ferme che l’altro le da contro la schiena pompandola in figa; sente la mazza durissima percorrere la vagina e schiantarsi contro l’utero dolorante; raggiunge più orgasmi fino a quello devastante che urla al mondo dall’auto in corsa.

Il caprone non è soddisfatto, evidentemente, di come l’ha sbattuta fino a quel momento; frena la sborrata e sposta il cazzo un poco più alto fino a centrare il buco del culo; la mazza entra come una lama calda nel burro e lei si sente riempita con gioia dal bastone di carne fino allo stomaco; la sbatte nel culo spingendola a sfiorare con il viso quello del guidatore che si sta eccitando alla grande e spinge con più foga l’automobile; la sborrata è lunga, intensa, soddisfatta.

L’emozione prosegue, rafforzata, quando, dopo averle versato in culo una fiumana di sborra, il ragazzo la spinge a passare acrobaticamente davanti, sul sedile del passeggero; l’amico che guida ha già tirato fuori il cazzo, un affare di quasi venticinque centimetri e la incita, tirandola per i capelli verso il grembo, a prendere in bocca la mazza; sentire nella bocca e sotto il palato quella delizia enorme, che appena riesce a fare entrare correttamente, la galvanizza.

Quando, in un intervallo della pompa, solleva lo sguardo e legge che la macchina sta andando a 150 all’ora, in pieno centro, ha un moto strano del corpo, pervaso da un’eccitazione sovrumana mai avvertita prima; l‘idea che un qualsiasi scarto può essere fatale a tutti e tre la eccita al di là di ogni limite ed imprime alla pompa tutta l’energia e la qualità che lei sa dare a un pompino; quando sente che l’altro sta sborrando, teme per un attimo che perda il controllo, ma intanto esplode di libidine anche lei.

L’emozione della velocità, la precarietà della situazione, il pericolo di una strage se al momento della sborrata l’altro perdeva il controllo ha conferito a quel pompino la forza di qualcosa di unico; l’emozione di Nadia è stata ribadita da un’altra amica, moglie di un affarista che si permette anche un aereo privato e un piccolo campo di aviazione; racconta che suo marito l’ha invitata ad imparare a guidare il suo piccolo aereo e l’ha affidata al pilota personale, col quale è andata la mattina a fare un giro.

Quello che il marito non può e non deve sapere è che, in aria, il pilota innesca l’automatico segnando una rotta e, come concordato, la rovescia sui sedili a cazzo già pronto; è stata una semplice e forse anonima missionaria; ma a quella velocità, a quell’altezza e in quella pace celeste, la scopata è apparsa un momento sublime di bellezza e di godimento; naturalmente, le amiche commentano con favore quell’esperienza, esprimendo invidia.

Ad ogni narrazione, i commenti sono vivaci e arricchiscono le vicende narrate con altri racconti più o meno analoghi delle presenti, che propongono in alternativa una grande scopata con gli operai di una fabbrica, sei in tutto, su una terrazza panoramica, senza veli e pregiudizi ma con tanto cazzo e tanta sborra; oppure un’orgia in riva al mare con quattro coppie che si scambiano a rotazione e scopano in culo, in figa, in bocca.

I racconti rischiano di stomacarmi; ho smesso le cuffie ed ho osservato per qualche minuto il computer che registra; poi ho deciso di passare all’attacco; sono sbucato imprevisto dallo studio e mi sono affacciato in cucina.

“Buongiorno; vedo che, in mia assenza e senza neppure avvertirmi, organizzi cenacoli nella cucina di casa mia … “

“Ah, sei qui? A casa mia, faccio quel che voglio … “

“A casa di chi? Dimentichi chi è il proprietario e che sei in regime di beni separati? Senza la mia autorizzazione dovresti chiedere il permesso perfino per entrare, altro che fare la padrona!”

“Che cazzo, vuoi che ti chieda il permesso anche per pisciare?”

“Se non chiedi quello per scopare ad alta velocità, figuriamoci se lo chiedi per pisciare; mi fa schifo che tu usi il mio come se fosse tuo; cerca almeno di essere civile visto che non ti puoi permettere altro!”

“Ma vaffanculo … “

Mentre mi allontano verso il bagno sento che una delle amiche le chiede perché sia così scortese; nessuna lo fa con il marito anche se largamente cornuto; le ribatte che non mi ha mai amato che mi considera meno di un attaccapanni perché neanche un cappotto può appoggiare e che sta con me solo perché il ruolo di moglie del giornalista le apre molte porte, dalle discoteche, dove sono molto stimato, ai cenacoli culturali cittadini; sa perfettamente che sono tutto tranne che giornalista ma il titolo le fa comodo.

“Ma che cazzo dici, ha vinto premi internazionali ed è stato nominato cittadino benemerito per il lavoro da cronista … “

“Ecco, da cronista; lui questo è; un giornalista è quello che sta in prima linea, sotto il fuoco nemico … “

“Già! Imboscato nella metropolitana della città assediata o nel comodo albergo lontano dai combattimenti; l’imbecille ha la sua fantasia fanciullesca del giornalista e ha deciso che non le sto bene; per questo vi accompagna nelle vostre peregrinazioni sessuali; mi spiace per te grande stronza, ma da oggi saprai come è duro finire in prima pagina quando un cronista decide di fare sul serio! … ”

“Cosimo, cosa vuol dire questo discorso? Chi sarebbe in prima pagina e perché?”

“Per oggi, c’è solo quella troia di mia moglie, nell’edizione telematica; nei giorni prossimi toccherà a tutte voi … “

“Aspetta un momento; stai dicendo che finiremo in prima pagina; se è per un fatto scandalistico ti denunciamo … “

“Un buon cronista scrive solo quando ha dati precisi e documentati … “

Nadia ha aperto la pagina di internet e si vede sbattuta sul viso l‘immagine di lei con la dicitura ‘La regina dei gladiatori’; capisce immediatamente che si tratta dell’ultima bravata a cui hanno partecipato tutte; un’associazione sportiva ha organizzato un meeting di pugilato e invitato una decina di validi dilettanti che si sono scontrati fino all’assegnazione di un piccolo titolo; alla fine della serata, è stato organizzato un rinfresco coi partecipanti e alcune signore bene.

Passare dal rinfresco all’orgia è stata un’evoluzione naturale per certe signore; tutte si sono lanciate a scopare quanti più ragazzi potevano; Nadia è riuscita, in poche ore, a passarseli tutti per tutti i buchi e con l’enfasi maggiore; a giudizio unanime, è stata considerata l’autentica regina della serata; ho avuto la notizia in anticipo dalle mie prostitute e sono riuscito ad organizzarmi per fotografare, registrare, osservare e commentare.

“Questa è violazione della privacy; come hai fatto ad avere queste immagini?”

“Ero là, stronza, ed ho visto ogni passaggio dei cazzi nei tuoi buchi … “

“Spero che abbia goduto, da cornuto contento come sei … “

“Sto godendo molto di più adesso, perché so che gli addetti del ministero e del provveditorato stanno prendendo visione e presto formuleranno il giudizio … “

“Che cazzo vuoi dire?”

“Nadia, per pietà, stai zitta; sei nella merda; presto saremo tutte nella merda; tuo marito è paziente con te, ma ministero, provveditorato e presidenza hanno persone che si occupano di spulciare queste cose; il tuo comportamento è contrario all’etica di un insegnante; come minimo subirai un trasferimento d’ufficio in sede disagiata; se davvero in puntate successive escono anche immagini che ci riguardano, tutti quelli che abbiamo un lavoro pubblico siamo a rischio censura e trasferimento.”

“Purtroppo, è così; per gli impiegati nel privato, purtroppo c‘è la sospensione e forse il licenziamento per giusta causa; ma è dei mariti che dovete preoccuparvi; ne conosco qualcuno e so che appena avranno la certezza delle corna che gli avete fatto, la vita di qualcuna non varrà più niente; Elettra, tuo marito ha conoscenze con persone che ti rompono le ossa in frammenti e ti fanno sparire dopo averti ammazzato con sofferenze; ricordi Bruna, l’amante che lo tradì?”

“Perché ci hai fatto questo?”

“Non ho fatto niente alle persone; se foste meno superficiali e sfogliaste almeno i giornali, sapreste, come tutti, che da anni lavoro a individuare le fogne della città e le zoccole che le abitano; ma quella troia di mia moglie sa solo riempirsi la bocca del termine ‘giornalisti’ e non ha nessuna idea di quel che sia un giornale; voi mi sembrate della stessa pasta; non mi meraviglia che, nel momento del pericolo, vi mettete a starnazzare invece di cercare un rimedio a quello che voi avete provocato.”

“Cosimo, è chiaro che non puoi avere nessuna stima di noi, visto come si comporta con te tua moglie; ti prego di credere che non siamo come lei; non confondere persone trasgressive ma mature, immorali forse ma coscienti, con una ragazzina bizzosa e incapace di rendersi conto di quello che fa; è chiaro che hai fatto un lavoro meritorio e che ti varrà riconoscimenti; ma hai già chiaro, come dimostra l’avvertimento che ci stai dando, che in gioco ci sono le nostre vite.

Sei in grado di indicarci un percorso per sfuggire alla punizione che ciascun potente reclamerà per l’onore offeso? Esistono margini per evitare di finire massacrate dai coniugi o da emissari da loro assoldati? Sei un buon giornalista e questa ipotesi la devi avere valutato, se ti sei limitato a un’anteprima … “

“Posso solo suggerirvi ‘prendi i soldi e scappa’; ciascuna di voi deve valutare se il consorte è vendicativo e fino a che punto; conosco bene un paio di mariti e so che la fuga è l’unica scelta possibile; il massimo sarebbe se aveste un amante fisso disposto a sostenervi, a prendervi con se e a sottrarvi al dominio maritale; ma non conosco le singole situazioni … “

“Di mio marito hai già detto tutto; l’episodio di Bruna è significativo; spero che ci sia il tempo per racimolare tutti i contanti, i gioielli, le obbligazioni e gli averi possibili per andarmene in Sud America; sono anni che sogno di farlo!”

“Credo che Elettra abbia ragione; dobbiamo tutte raccogliere i fondi che possiamo rastrellare e scappare; non ci sono alternative; se riesco a contattare il vecchio che mi voleva portare in Costa Azzurra, ci vado e lo faccio felice; coi figli mi spiegherò dopo, ad acque calmate … “

“Meno male che hai parlato adesso; qualche decina di anni fa ci fu una situazione analoga ma la verità emerse all’ultimo momento e alcune donne sono state inutilmente cercate per anni.”

“A me non hai niente da suggerire?”

“Nadia, io sono tuo marito; sono cornuto perché sei una zoccola da fogna; ma non penso nemmeno di sbatterti con la testa contro il muro perché sei cretina, bambina e incapace; non vale la pena di farti nessun male; sarai mandata lontano e chiederò il divorzio; mi farò bastare questo, liberarmi di una piattola schifosa che mi ha ammorbato la vita!”

“Ma io non voglio andarmene … “

“E allora ti licenzi e vivi da parassita fino a che non ottengo da un giudice una sentenza di separazione e poi il divorzio.”

“Per favore, puoi parlare in termini positivi?”

“Nadia, hai rotto le scatole anche a noi; finora chi ha parlato in termini negativi sei tu; che vuoi da questo poveraccio che hai trattato con i piedi finora?”

“Cerca di capirmi; ho bisogno del tuo aiuto; solo tu puoi suggerirmi cosa fare … “

“Cazzo, che troia!!!! Dieci minuti fa era meno importante dell’attaccapanni, ora pretendi i suggerimenti; lo capisci che tutto è cominciato dalla tua smania di fare sempre più e meglio degli altri? Lo capisci che non c’è più margine per ricucire? Lo hai cacciato, se ne va; le altre chiacchiere non servono; Cosimo, perché non la cacci va?”

“Ho fatto trenta, faccio trentuno; ora ci pensa la scuola a liberarmene e a spedirla dove non può più farmi danno; se trovo la persona giusta, ricomincerò da capo con qualcuna che meriti amore e dedizione.”

Le amiche si accomiatano e vanno via; sappiamo che forse non ci incontreremo più perché hanno l’esigenza di scomparire per sottrarsi alle vendette dei mariti; faccio a tutte l’augurio di rimediare ad errori macroscopici; rimasti soli, mia moglie mi si rivolge con un’aria decisamente più dimessa e disponibile al dialogo.

“Ti prego, Cosimo, ora che le altre non ci sono e non devo sbandierare potenze che non ho, possiamo parlare con più calma? A tutte hai dato il suggerimento giusto; puoi fare lo stesso anche con me?”

“Nadia, mi hanno chiesto consiglio e aiuto; tu mi hai solo riempito di oltraggi e cattiverie; hai perfino dichiarato che non mi hai mai amato, che non rispetti il mio ruolo professionale e che mi stimi assai meno di un attaccapanni che almeno è utile per appoggiarci un cappotto mentre io non servirei assolutamente a niente .. “

“Ho esagerato, come in tutto quello che ho detto in questi ultimi mesi; ti chiedo solo di tenerci all’essenziale; che atteggiamento mi consigli di tenere? Io non ho il marito che mi fa massacrare, ma vado incontro a molte difficoltà; cosa suggeriresti ad un’amica nelle mie condizioni, ignorando per un attimo i motivi di odio?”

“Tu non devi aspettarti da me nessuna violenza specialmente fisica, ma la città adesso è prevenuta contro di te; a scuola, nei bar, per strada, dovunque rischi di incontrare giovani arroganti che ti vengono a chiedere quanto meno un pompino come quelli che hai fatto ai pugili; ti prego di non ribattere che ho creato io la situazione perché non ti ho mandato io a scoparti i gladiatori … “

“Non voglio metterla sul piano delle colpe; so che sono tutte e solo mie; ho sbagliato tutto; ti chiedo aiuto per rimediare quanto è possibile; capisco che per legge sarò trasferita; mi aiuti a capire cosa posso fare per rendere meno dolorosa la scelta?”

“Devi immediatamente telefonare a scuola e chiedere di metterti in aspettativa per i due mesi che mancano alla fine dell’anno scolastico; se vuoi avere la certezza che te lo concedano, dichiara che è per aggiornamento e accetta lo stipendio zero; hai vissuto sul mio lavoro e non è il caso di farti problemi ora che hai bisogno di scomparire; ricordati che se esci anche solo per fare la spesa sei a rischio di aggressione sessuale, dopo il ritratto che di te emerge da quel servizio.

Nei due mesi, sicuramente saranno pubblicati i trasferimenti, compresi quelli obbligatori; quando conoscerai la tua nuova destinazione, prenderai un treno e andrai ad organizzarti la vita nella nuova realtà, sperando che non arrivino notizie di quel che hai combinato qui; prima di partire, se vuoi, firmerai la domanda di separazione consensuale senza assegno; se farai obiezioni, sarò costretto a usare il trasferimento come danno alla mia dignità e a chiedere la separazione per colpa tua.”

“Non mi lasci nessuno spiraglio di speranza che, tornando dal mio ‘esilio’, possa trovare libero il mio posto accanto a te?”

“Ti rendi conto di cosa chiedi? Pensi che in un anno io possa cancellare migliaia di scopate, di inculate a sangue, di pompini dovunque? Dimentichi che poche ore fa raccontavi di esserti fatta sfondare in una Ferrari a 150 all’ora e di avere fatto un pompino al guidatore a quella velocità? Come speri che un uomo possa dimenticare di essere stato giudicato meno di un mobile? Mi spiace per te che non sai renderti conto, ma da mesi sono disamorato e c’è già un’altra che mi interessa e di cui mi sto innamorando … “

“Quindi, è perfettamente inutile che io cerchi di tornare qui; non troverei più te e forse non mi vorrebbe più nemmeno la mia famiglia ferita a morte dal servizio giornalistico … “

“Un momento, il servizio è di nobilissima cronaca, non è da inviati speciali; non è colpa dello scritto se i tuoi non vogliono vederti più; sono le tue scopate che hanno affossato la loro dignità e il loro amore; smettila di fare la vittima e sii onesta!”

“Hai ragione; non avevo capito niente sulla forza dell’informazione; ma è certo che se tu non ti fossi messo con tenacia e cercare le zoccole nelle fogne, noi potremmo ancora vivere serene; tra l’altro, non riesco proprio a immaginare come hai potuto fare da solo un lavoro così immane; chi ti ha aiutato?”

“Per chiarire la prima parte, anche i truffatori, gli stupratori, i ladri, gli assassini vivrebbero liberi se non ci fosse l’informazione a denunciarli; tu fai il discorso di tutti i farabutti che difendono il loro arbitrio contro il perbenismo di massa; per quanto riguarda il servizio e le indagini, ho già detto che le puttane mi hanno saputo dire quante signore ‘per bene’ fanno le peggio cose, dove le fanno, quando e con chi; le loro informazioni mi hanno consentito di essere al posto giusto con l’attrezzatura necessaria.

Solo a beneficio della tua coscienza pulita, se mai ne avessi ancora una, immagina che mi sono dovuto sorbire tutte le tue scopate, le inculate feroci e i pompini stratosferici, dai gladiatori alla spiaggia di notte, dalle case in costruzione alle feste trasformate in orgia; anche la disinvoltura delle vostre chiacchierate in cucina mi ha dato molto materiale utile, come avete fatto stasera raccontando le vostre bravate da cavernicole capricciose … se hai chiesto aiuto sul serio, sta’ zitta!

Ho avuto una collaboratrice straordinaria, una giovane apprendista cronista che sta imparando il mestiere; dice che ha scelto questa attività per ammirazione a me; la cosa mi lusinga; tutto in quella donna mi affascina e mi rende orgoglioso e innamorato!”

“Gliel’hai già detto che ne sei innamorato?”

“Non ne ho il coraggio; troppe complicazioni … “

Proprio in quel momento il mio telefonino squilla e il display mi annuncia che si tratta di Stella, la sorella minore di Nadia.

“Ciao capo, hai visto che successo? Hai proprio fatto centro!”

“Ciao, dolcissima, mi dispiace che non abbiano rispettato l’indicazione di firmare il lavoro in collaborazione; ma quando presenteremo il servizio intero, tu dovrai essere con me a prenderti i complimenti del direttore del TG e gli articoli avranno tutti la doppia firma … “

“Hai parlato con mia sorella? Come l’ha presa?”

“Ce l’ho qua davanti che ancora cerca di capire cosa sia il trasferimento d’ufficio; sembra più svampita che mai; stamani ha fatto con le amiche un racconto raccapricciante del suo gusto perverso del sesso estremo … Se vuoi parlarle, ti passo in vivavoce.”

“No, lascia stare; mamma avrebbe voluto parlarle, ma papà si è sentito male e ha rinunciato ad averci a che fare … “

“Aspetta, Stella, cosa ha avuto papà?”

“Cosa può avere un ammalato di cuore che si prende la mazzata che la sua ignobile figlia gli fa avere? Per fortuna si è trattato di un malore lieve; ormai tutti speriamo che te ne vada per sempre; ci hai reso la vita impossibile!”

Nadia sembrava non volersi arrendere alla realtà; tentò un paio di volte di andare a scuola regolarmente o di fermarsi al bar; quando toccò con mano che anche gli amici più cari non avevano in mente altro che tentare di scoparsela, si rassegnò a ritirarsi in casa in attesa del trasferimento in Calabria; non rinunciò a partecipare, a fianco al nostro amico avvocato, alla presentazione, nel circolo della stampa, del servizio integrale che suscitò molto scalpore.

Impressionata dall’importanza che fu data, da grandi giornalisti invitati appositamente, a me e a sua sorella per il lavoro svolto, si ritirò con le pive nel sacco; non rivolse più la parola a nessuno, padre madre sorella e marito; partì quasi di soppiatto e passò l’estate in Calabria, prima di prendere servizio col nuovo anno scolastico; per buona sorte, firmò la domanda di separazione consensuale e, subito dopo la sua partenza, Stella venne a cena con me e non se ne andò più dalla mia casa.

La vicenda sembrava chiusa, quando, tre anni dopo, due eventi contemporanei agitarono il mare di tranquillità che ci eravamo conquistati col lavoro e con la pazienza; Stella stava esaminando dei documenti che erano collegati all’indagine sulle infiltrazioni malavitose in città, di cui si stava occupando con la qualità che aveva dimostrato da cronista; un commesso la avvertì che una persona aveva chiesto di lei; stava giocando con nostro figlio che avevamo affidato alla custode.

Le bastò un attimo per riconoscere sua sorella; in un impeto di affetto, cancellò tutti i motivi di rancore e si abbracciarono; le presentò Lapo, l’uomo che aveva sposato da poco ad Arezzo, dove era stata trasferita dalla Calabria; Nadia chiese di me e sua sorella le rispose che ero infangato in una squallida vicenda; il corpo di una donna, fatto a pezzi, era stato trovato in un corso d’acqua nei campi vicini; io ero convinto che fosse una persona conosciuta.

“Non riesci proprio a uscire dalle fogne, vedo!”

Fu la battuta, che riteneva scherzosa, con la quale mi salutò quando Stella li condusse da me.

“Già, devo ammettere che mi ci ritrovo sempre ad avere a che fare; non riesco a liberarmi da certe zoccole … “

Di colpo si era bloccata e fatta seria.

“Perché ci vai giù così pesante? Non riesci ad essere sereno neppure ora che tutto si è assestato?”

“Se tu fossi arrivata ieri, ti avrei accolta in amicizia e familiarità; peccato che, insieme a te, è tornata anche Elettra, ti ricordi di lei? Purtroppo, però, lei non ha avuto la tua fortuna; è arrivata in pezzi, in un sacco per la spazzatura … “

“Cristo, sei sicuro che sia lei? Maledizione, l’avevi anche avvertita che suo marito non avrebbe perdonato, come aveva fatto con Bruna … Ma non credo che tu ti debba rammaricare … L’abbiamo voluto e scelto noi … “

“Cosimo, posso capire che ti senti responsabile ed anche io ho un brutto senso di colpa; ho cominciato con te e con quel sevizio; non è colpa nostra se hanno commesso gravi errori e accumulato colpe imperdonabili; tu hai fatto la tua parte e ti sei limitato a cacciarla; gli altri non la vedono come te … “

“Stella, quello che mi fa più paura è che il marito risulterà innocente e piangerà nell’abito del vedovo dolente; nessuno compiangerà una puttana uccisa; ma il timore è che anche questo sia un tema di quelle infiltrazioni che stai studiando; un delitto così efferato richiede professionisti chiamati da altre realtà; ci sono contatti tra le strutture locali e la malavita organizzata; prova a scavare in questa direzione … “

“Stella, ma noi speravamo di passare la giornata in famiglia … “

“Anche io; mio marito è qui e, come sempre, mi travolge nella gioia di lavorare insieme; nostro figlio è qui, dalla custode, e gioca con noi ogni volta che vuole; io sono in famiglia; tu pensa alla tua … una cosa devo aggiungerla; tu sei tornata viva e cerchi l’amore della famiglia; Elettra è arrivata in un sacco nero … temo che vedremo ancora questo spettacolo; purtroppo, ne restano cinque; chi ha riportato Elettra non è solo e non si fermeranno … “

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