Mi chiamo Mario, 42 anni, sono alto, capelli neri che inizio di incanutimento, occhi scuri, un bel fisico ben strutturato da una discreta attività fisica. Da vent'anni, son vedovo. Mia moglie passò a miglior vita nel dar alla luce Luca, mio figlio. Conoscevo mia moglie praticamente da sempre, perché le nostre madri erano amiche e si potrebbe dire che ci hanno partorito insieme, io appena "più vecchio" di lei di tre giorni. Cresciuti insieme, ci siamo sposati a 18 anni; a venti lei è voluta restare incinta. Quando ha dato alla luce Luca, nessuno dei medici si era accorto che mia moglie aveva una piccola malformazione cardiaca e, così, durante il travaglio, d'improvviso il suo cuore si è fermato. Per me è stato un dolore immenso, lo è stato per tutti quelli che le volevano bene, ma io ho impiegato parecchio tempo a riuscire a superare quel momento così duro. Ovviamente, non ho fatto pesare la morte della madre su mio figlio, che è cresciuto con l'aiuto dei miei genitori e dei suoceri, che lo hanno amato e coccolato facendolo diventare quel bel ragazzo che oggi ha 22 anni, bello come la madre, alto quanto me, dai capelli neri e gli occhi azzurri, oltre un fisico scolpito da anni di nuoto; insomma è un maschio che non passa inosservato! Mi son anche accorto che, con il tempo, è diventato un vero e proprio "casanova" a motivo, oltre che all'aspetto, nel fatto che detiene, tra le gambe, un gran bel gioiello e, di tanto, me ne sento molto orgoglioso, perché, avendo spesso fatto la doccia insieme, ho potuto constatare che mio figlio ha la mia stessa dotazione, sia in lunghezza che in circonferenza, di misure di gran lunga sopra la media. Nel tempo, ho visto che passava da una ragazza all'altra con estrema disinvoltura, fin quando si è fidanzato con Ilaria. Quando me l'ha presentata, son rimasto davvero affascinato dalla sua bellezza. Alta, con i capelli neri lunghi, occhi scuri, un fisico da sballo, con delle tette tonde, di sicuro di una terza misura, ventre assolutamente piatto ed un culetto a mandolino spettacolare, che fa da cornice ad un paio di cosce lunghe e ben tornite. Figlia di un italiano, ma da madre cubana, ha ereditato molto dei tratti somatici di entrambi i genitori. Dopo circa un mese che era fidanzato con lei, Luca mi chiede di raggiungerlo, sabato sera, ad una festa paesana, che si svolge in un piccolo borgo non lontano dalla città dove abitiamo. Conosco quella festa e so anche che vi si mangia molto bene, perché ben organizzata anche con musica da ballo. Quando lo raggiungo, faccio conoscenza con Jasmine, la madre di Ilaria, e Stefano, suo padre. Mi colpisce molto anche la bellezza di Jasmine, che, nonostante abbia 38 anni, sembra la sorella maggiore di Ilaria. Alta quanto lei, seno sicuramente più abbondante di una quarta piena, un bel fisico snello, un culetto prominente anch'esso posto al culmine di cosce lunghe e ben fatte. Indossa una minigonna, che le arriva al ginocchio, con sopra una camicetta abbastanza trasparente, che lascia intravedere il reggiseno dello stesso colore, che c'è sotto. Ai piedi ha dei sandali a zeppa, che le fanno inarcare il suo splendido culo, rendendola molto concupiscente e decisamente sensuale. Stefano è alto, ha gli occhi scuri, un fisico assolutamente normale, leggermente stempiato, mi stringe calorosamente la mano e si dice molto contento di far la mia conoscenza.
«Luca ci ha parlato di te e ha detto che sei un ottimo ballerino anche tu, per questo son felice che tu sei qui, perché dopo cena, mia moglie e mia figlia desidererebbero ballare ed io proprio non son capace di muovere due passi di fila!»
Ci sediamo a tavola e consumiamo più di un piatto di gastronomia locale; durante la cena, non ci lesiniamo battute a doppio senso, sguardi ammiccanti e risate a non finire. Appena riempita la pancia, ci spostiamo sulla pista da ballo ed inizio a danzare con Jasmine. Si rivela esser un'ottima ballerina e questo mi piace molto; vedo che anche Ilaria è bravissima a ballare e si diverte con Luca. A me e mio figlio, piace molto ballare, perché è stata mia madre a farci da insegante e, così, ricevo i complimenti di Jasmine ogni volta che aveva modo di apprezzare la mia bravura o eleganza nei movimenti in pista insieme a lei. La sua bellezza, oltre la sua prorompente sensualità, non passa inosservata; noto che molti maschi la osservano, allo stesso modo in cui guardano ammaliati anche Ilaria, che indossa una gonnellina molto leggera e svolazzante; ad ogni giro di valzer o brano di altro ritmo, quella gonnellina si alza, mettendo in mostra il suo splendido culetto nudo. Mi rendo anche conto che il continuo strusciare del suo corpo contro il mio, mi sta provocando una forte erezione e non mi stupisce il fatto che lei, oltre ad essersene è accorta, mi sorride con malizia, trattenendo sempre più a lungo il suo corpo contro il mio, facendo rimanere, spesso e volentieri, il suo bel culetto appoggiato di proposito sul mio membro, che, a quel punto, era diventato duro come la pietra. Balliamo per quasi un'ora e questa cosa mi piace molto; poi mi chiede di andar a bere qualcosa e, così, tutti e quattro, ci dirigiamo verso il bar, dove si raggiunge anche Stefano. Il tempo di goderci il rinfresco e resto per un attimo stupito dal comportamento di lui. Vedo che parla in disparte con Jasmine, lei gli sorride e gli dà un bacio; poi lui torna verso di noi e si rivolge a me e Luca.
«Non me ne vogliate, ma sono stanco; me ne torno a casa; tanto tu, Luca, hai la macchina e non avrai difficoltà a riaccompagnar le donne a casa, vero?»
Mio figlio annuisce e lui saluta anche Ilaria; dopo avermi dato una stretta di mano, se ne va contento, lasciandomi in compagnia di Jasmine, che mi scruta con un'aria alquanto maliziosa. Dopo aver bevuto ancora qualcos'altro di rinfrescante, è proprio Ilaria a chiedermi di ballare con lei.
«Mario, mi fai ballare un po' con te?»
Sorrido e le offro il braccio, mentre Luca prende sotto braccio Jasmine; torniamo di nuovo in pista. Mi trovo subito molto bene anche con lei, che si muove come una libellula, molto leggera e, soprattutto, da perfetta ballerina, che non si preoccupa di trovarsi al centro dell'attenzione, perché, in diverse occasioni, gli altri ci hanno fatto spazio sulla pista e ci siamo trovati soli noi quattro a dar spettacolo. Non mi sfugge il fatto che, anche lei come sua madre, in più d'una occasione ha appoggiato il suo splendido culetto contro il mio membro, che è di nuovo tornato ad esser duro sotto la stoffa dei jeans. Questa cosa mi sorprende un po' e, in un certo senso, mi mette anche in imbarazzo, perché non posso non tener conto che sto ballando con la fidanzata di mio figlio. Resto anche sorpreso dal fatto che noto Jasmine far lo stesso nei confronti di Luca. Sono incuriosito da tutto questo, ma continuo a star al gioco; noto anche che Ilaria è più che felice per le sensazioni che prova quando appoggia il suo meraviglioso culetto contro il mio cazzo e mi è chiaro che spinge di proposito il suo corpo all'indietro, per farlo aderire bene al mio. Balliamo per più di una mezz'ora, e poi torniamo di nuovo al bar a bere; mentre sono in fila alla cassa, per pagare le consumazioni, vedo che le due donne parlano fra di loro, poi Ilaria dice qualcosa a mio figlio, che sorride; poi gira lo sguardo verso di me e poi si volta verso Jasmine, che, a sua volta sorride. Ho come la sensazione di esser io l'oggetto del loro dialogo e, mentre sorseggiamo una bibita fresca, Jasmine si avvicina a me, mi guarda con un'aria alquanto complice e mi chiede una cortesia.
«Mario, forse è l'età, ma comincio a sentire la fatica per tutto questo ballare, per cui ti chiedo se non ti arreco troppo fastidio a riportarmi a casa, dal momento che i ragazzi vogliono restare ancor un po'. Loro sono giovani e non sentono la stanchezza, ma io comincio ad accusare qualche cedimento.»
Sorrido mentre le assicuro la mia disponibilità.
«Jasmine, non scherzare! Sei così bella e giovane, che sembri la sorella di Ilaria, anziché la madre.»
Sorride al mio complimento, saluta mio figlio guardandolo negli occhi e poi dà un bacio sulla guancia alla figlia.
«Luca, avevi ragione tu: tuo padre è proprio un grande adulatore! Mi raccomando ragazzi, siate prudenti; noi andiamo e ci vediamo a casa!»
Mi prende sottobraccio e, insieme, ci avviamo verso la mia vettura. Quando sale a bordo, la sua minigonna sale e mette bene in mostra il suo splendido paio di cosce, che lei accavalla di proposito per metterle ancora più in bella mostra. Appena uscito dal parcheggio, lei appoggia una mano sul mio braccio destro e mi rivolge una domanda quanto mai particolare. richiesta.
«Veramente non avrei tanto sonno! Volevo solo lasciare liberi i ragazzi e per questo ti ho chiesto se potevi accompagnarmi, ma se sei stanco e vuoi andare a dormire basta che mi lasci davanti a casa e poi te ne vai.»
Mi rendo conto che è stata tutta una scusa per rimanere solo con me, così sto al gioco.
«E se non avessi sonno nemmeno io? Cosa ti piacerebbe fare insieme a me?»
Mi guarda dritto negli occhi e la sua risposta è proprio quella che aspettavo.
«Qualunque cosa! O anche niente! Voglio dire... se trovi un bel posto possiamo anche stare semplicemente a chiacchierare guardando le stelle!»
Mi piace come donna e lei se ne è resa conto così azzardo un po'.
«Se anziché un bel posto… andiamo a casa mia? Ho un bel terrazzo e sono sicuro che anche da lì si possono vedere le stelle!»
Appoggia la testa alla mia spalla e mi dice che va benissimo andare a casa mia! Dopo una ventina di minuti siamo nel mio appartamento. Entra, e si guarda intorno e poi mentre gli offro un drink, mi fa i complimenti per la casa.
«Complimenti! Tuo figlio mi ha detto che… vivi da solo e… vedo che tieni con grande ordine il tuo appartamento!»
Usciamo fuori sul terrazzo, e poiché sono in una parte abbastanza alta della città, questo luogo offre un posto di osservazione per la città sottostante e nello stesso tempo non avendo altri edifici più alti intorno a me, e anche abbastanza tranquillo e riservato. Ci mettiamo seduti sul divano in vimini che c'è, e poi dopo aver sorseggiato il drink, lei appoggia il bicchiere sul tavolino si gira verso di me e la sua bocca si incolla alla mia e la sua lingua scivola velocemente dentro la mia bocca e viene a cercare la mia con la quale inizia a danzare vorticosamente. Me lo aspettavo quasi questo gesto è, così, ho risposto al bacio; abbiamo preso a limonare, mentre le sue mani mi accarezzavano; scendono verso il basso e subito trovano l'apertura dei miei pantaloni, che lei, in men che non si dica, fa scivolare fino alle mie caviglie. Prima che lei riesca ad impossessarsi del mio membro, le mie mani sono scivolate sotto la sua gonna, trovando il suo perizoma completamente fradicio. Ho infilato le dita all'interno ed ho preso a farle scorrere lungo lo spacco della sua fighetta, che sentivo bollente e palpitante. Si stacca dal bacio e mi guarda in faccia.
«Mario, fammi sognare; ho proprio voglia di sentire il tuo membro dentro di me, perché, per tutta la sera, me lo hai fatto sognare, strofinandomelo contro il corpo e la mia eccitazione è arrivata ad un punto tale che non riesco più a controllarmi!»
Mi alzo in piedi, lei fa scendere i miei slip fino alle caviglie e, quando vede il mio membro, spalanca la bocca con chiara ammirazione.
«Wow! Mia figlia dice che Luca è molto ben messo tra le gambe e.... adesso capisco da chi ha preso! Hai proprio un gran bel cazzone!»
Un attimo dopo il mio membro è quasi tutto infilato nella sua gola. Me lo lavora di bocca in una maniera superlativa! È bravissima nel giocare con la lingua lungo l'asta e poi scendere ulteriormente per saggiare anche le mie palle, tenendole in bocca, mentre si fa penetrare dal mio membro fino alla radice. Dopo aver percorso in lungo e largo la sua bocca, la faccio distendere sul divano, mi inginocchio tra le sue cosce e, tolto il perizoma, completamente fradicio, incollo la mia lingua tra le pieghe della sua vulva, prendendo a far scorrere la mia lingua su e giù in modo da raccogliere tutto il miele che sta sgorgando. È eccitatissima! Mi schiaccia la testa contro la sua fica ed urla un orgasmo quasi istantaneo.
«Mario, cazzo, così mi fai venire. Mario, vengo! Mario, scopami, che non resisto più!»
Mi inginocchio, appoggio il mio membro contro il suo spacco e, con due spinte decise, le entro tutto dentro; lei spalanca la bocca ed inarca il corpo per reggere l'impatto della mia monta. Apro la camicetta e metto in libertà i suoi seni, prendo ad impastarli, stringendoli tra le dita e torturando i suoi capezzoli, grossi come fragoloni, mentre inizio a pomparla con un ritmo ben sostenuto. Anche in questo caso, le basta poco per avere un orgasmo molto forte.
«Cazzo, Mario, quanto ti volevo?! Appena ti ho visto, questa sera, ho desiderato subito questo momento! Mi hai torturato tutta la sera, premendo questo tuo splendido membro, che ora mi sfonda, contro il mio culetto; non puoi immaginare quanto mi hai fatto bagnare ad ogni contatto! Dai, Mario, che vengo! Vengo! Vengo! VENGO!»
Quel crescendo di "vengo", mi ha dato contezza del piacere che stava provando. Continuo a pomparla con un ritmo molto forte e lei gode altre due volte; poi la stringo tra le mie braccia, la sollevo e mi metto seduto, facendola ritrovare a cavalcioni su di me, impalata sul mio membro e, mentre gode, si libera di camicetta e reggiseno, rimanendo a torso nudo. Spinge il suo seno in avanti e se lo fa ciucciare dalla mia bocca; prendo a succhiare i suoi capezzoli, tenendoli stretti tra i denti; la sensazione che prova la fa godere ancor di più.
«Mario, quanto sei porco! Mi fanno impazzire gli uomini che mi torturano i capezzoli con i denti! Mario, mi fai godere ancora! Mario sento il tuo cazzo che mi è arrivato fin dentro lo stomaco! Oddio, vengo di nuovo! Vengo!»
Mi stringe la testa tra le braccia e schiaccia il mio viso contro il suo seno, mentre il suo corpo è scosso da un orgasmo devastante, che la fa tremare tutta. Dopo aver goduto, comincia di nuovo a muoversi su e giù e, ben presto è preda di altri due orgasmi molto intensi. Anch'io sento che sono al limite, così la metto di nuovo sdraiata sotto di me e prendo a chiavarla con forza; quando son prossimo all'orgasmo, lei se ne rende conto e, con le sue gambe, mi blocca dentro di sé.
«Jasmine, sto per sborrare! Lasciami libero, oppure… non potrò uscire e sarò costretto a venirti dentro!»
Mi sorride, mi guarda e poi stringe ancor più le gambe.
«Vuoi uscire? Ma, dico, vuoi scherzare? Vorresti privarmi del momento più bello? Se tornassi a casa e Stefano non mi trovasse bella piena, non mi guarderebbe più in faccia, pensando che sia stata io a non farmi scopare. Certo non puoi saperlo, ma ora lui sarà lì pronto ad aspettarmi, per poter leccare la mia fica piena del tuo godimento.»
La guardo veramente stupito e lei sorride, mentre io continuo a chiavarla con un ritmo sempre più serrato e veloce.
«Mario, me la devi riempire! Devi riempire la mia figa, perché a Stefano piace esser cornuto e, soprattutto, adora leccare la sborra di chi mi ha chiavata. Prima di andar via, mi ha fatto promettere di non perderne neanche una goccia. Mi piacerebbe molto farti sborrare in bocca, ma… amo troppo quel cornuto di mio marito per privarlo di un piacere così immenso. Dai, Mario, riempimi bene in profondità! Dai, Mario sborrami dentro, riempimi tutta!»
Sono particolarmente eccitato dalle sue parole e così la sbatto con forza; poi rimango tutto piantato dentro di lei e, mentre inizio a inondarle la vagina, lei non solo stringe di più le gambe, ma urla di piacere.
«Oh sì, così! Così mi piace! Ti sento che mi stai riempiendo tutta, fin in fondo! Mario riempimi tutta! Ti sento ed è bellissimo!»
Le riverso dentro una ingente quantità di sbroda e poi lei, appena esco, subito recupera il suo perizoma e lo indossa.
«Non posso permettermi che ne esca anche una sola goccia! Dai, avvicina il membro alla mia bocca, così da poter leccare ed assaporare la tua crema.»
Me lo lecca e pulisce alla perfezione, poi, si riveste e mi chiede di portarla a casa. Mentre ci dirigiamo verso la sua abitazione, lei mi guarda e mi chiede cosa penso di tutta questa faccenda.
«Penserai che siamo dei depravati, che tuo figlio è fidanzato con gente strana, senza un minimo di pudore. Credimi, Ilaria adora tuo figlio, che sa di questo nostro modo di vivere; e non ha mai detto niente ma non credo che tra di loro sia come è tra me e mio marito!»
Sorrido, e poi le rispondo con un tono molto pacato.
«Jasmine non mi devi spiegare niente! Ognuno vive il sesso a modo suo e Luca è tua figlia sono abbastanza grandi per decidere loro come volerlo vivere e nello stesso tempo tu e tuo marito avete il diritto di divertirmi come volete!»
Mi sorride e contenta, e poi arrivati davanti alla sua villetta, quando fermo la mia auto per farla scendere, dalla porta si affaccia Stefano e con una mano mi fa cenno di entrare. Seguo sua moglie, e appena siamo entrati dentro casa, e lui ci ha guardato entrambi e poi si è girato verso di lei che gli ha sorriso. Ho visto lo sguardo d’intesa tra loro due, e poi lui si è girato verso di me e mi ha ringraziato.
«Grazie Mario! Sono sicuro che mia moglie si è divertita con te! Grazie veramente di cuore! Per quello che mi riguarda, se non ci trovi troppo strani e depravati, se trovi interessante scopare mia moglie, questa casa per te è sempre aperta!»
Ho sorriso anch'io vedo lei gli ho detto che avrei tenuto la cosa in seria considerazione. Sono uscito e sono tornato a casa mia. Il giorno dopo ho incontrato mio figlio e mi ha chiesto se, andava tutto bene e così l'ho guardato un attimo e gli ho chiesto a cosa si riferisse e lui mi ha sorriso in maniera complice.
«Quando Ilaria mi ha riferito dello strano modo di vivere il sesso dei suoi genitori, son rimasto un po' stupito ed ho chiesto se anche lei desiderasse qualcosa del genere, ma mi ha detto che, per il momento, le piaceva troppo scopare solo con me! Mi ha chiesto se avevo un amico o una persona fidata per far divertire sua madre, così ti ho invitato, perché ero certo di come sarebbe andata a finire. Questa mattina mi ha detto che suo padre era al settimo cielo e Jasmine ha detto che sei uno dei migliori maschi con cui abbia mai scopato. Personalmente non mi importa niente se ti scopi mia suocera, perché Ilaria dice che i suoi, con te, sono assolutamente contenti e, soprattutto, sperano di potersi divertire ancora! Papà, sono orgoglioso di come ti sei fatto onore con Jasmine.»
Così ho iniziato ad essere il bull dei genitori della fidanzata di mio figlio; spesso e volentieri passo la notte a casa loro e scopo Jasmine davanti a Stefano, che, a volte, collabora leccando il mio membro, oppure leccando la fica di sua moglie, sia prima della monta che dopo che l'ho riempita. Più di una volta, al mattino, mi son trovato a fare colazione insieme ad Ilaria e lei mi ha sempre abbracciato con affetto, dicendo che adora mio figlio e, l'unico con cui potrebbe pensare di fare un pensierino quanto mai peccaminoso, sono io. È la fidanzata di mio figlio e, quindi, non mi permetto di insidiarla, perché mi basta e mi piace molto scopare sua madre.
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