Che inculata di giornata

Estate del 1996, una splendida giornata e stavo tornando a casa, dopo essere stato appena mollato dalla morosa, in auto da neopatentato con il mio catorcio: una fiammante mini degli anni ’70.

Ero in mezzo al nulla della campagna quando il motore sbuffò un po’ e l’auto si fermò.

Scesi, lanciando accidenti come un Turco, aprii il cofano e venni investito da un’ondata di fumo.

Non seppi dove mettere le mani, mi scottai, imprecai.

Forse troppo e, dopo neanche due secondi, il cielo si oscurò e tra rombi di tuono e lampi, venne giù il diluvio.

Risalii in macchina e girai la chiavetta: nulla.

Dopo qualche minuto passò un ragazzo di colore.

Scesi e lo seguii, chiedendo di poter fare una telefonata.

In un italiano stentato mi fece capire di seguirlo.

Passato del tempo mentre camminavamo sotto l’acqua scrosciante, raggiungemmo un casolare abbandonato.

Il ragazzo accese un fuoco al centro di quella che una volta doveva essere una stalla, si spogliò e appese i vestiti bagnati ad un filo teso, poco distante.

“Togli vestiti. Bagnati.” Mi disse.

Essendo fradicio e infreddolito, mi spogliai completamente, stendendo i miei panni accanto a quelli del mio ospite, andandomi a sedere vicino al fuoco su una stuoia.

Lui si sedette di fronte a me a gambe incrociate, mettendosi sulle spalle una coperta.

Notai immediatamente il suo pene turgido, veramente grosso, rispetto al mio.

Sorridendo, cominciò ad accarezzarselo, fissandomi.

Non riuscivo a distogliere lo sguardo dalla sua cappella gonfia e umida.

Ad un certo punto si alzò, lasciando cadere la coperta, e si pose in piedi esattamente di fronte a me col suo cazzo a pochissimi centimetri dal mio viso.

Il suo corpo d’ebano brillava d’acqua e di sudore alla luce del fuoco ed il suo odore acre e forte mi inondò, inebriandomi.

Sentivo una strana sensazione: un misto di paura e di attrazione per quel corpo statuario.

Fece ondeggiare con i fianchi il suo cazzo.

“Tu sega me…” Sussurrò.

Obbedii meccanicamente: afferrai l’asta con la mano e cominciai a muoverla dolcemente avanti e indietro, sentendo indurirsi ulteriormente quel pene, che sembrava fatto di cioccolato.

Dopo averlo menato un po’, mi stupii di me stesso quando, senza neppure che me lo dicesse, passai la mia lingua sul filetto della sua cappella.

Percorrevo tutto il cazzo fino alle palle per poi risalire nuovamente e ricominciare.

Un sorriso beato apparve sul suo volto e disse, compiaciuto: “Te piasce…”

Cavolo! Sì che mi piaceva!

Mi mise una mano sul capo e premette il pene contro la mia bocca, che si aprì immediatamente per accoglierlo.

Lo succhiavo avidamente, facendomelo arrivare fino in gola, aiutandomi con le mani, aggrappate alle sue natiche perfette.

Lui prese a muovere i fianchi, scopandomi la testa, per un tempo indefinito, fino a quando, prendendomi per i capelli, non si staccò.

Mi teneva in modo che lo guardassi negli occhi, si chinò leggermente in avanti e mi sputò in faccia.

Poi rise. Una risata sguaiata, forte, a tratti cattiva.

Mi strattonò all’indietro, lasciandomi andare.

Stavo per rimettermi a sedere, quando mi arrivò un calcio, che mi fece cadere.

Non capivo cosa stesse succedendo.

Rotolai su un fianco e mi risollevai, mettendomi a quattro zampe, per rialzarmi.

Mi fu subito addosso, bloccandomi in quella posizione.

Mentre con una mano mi teneva la testa, dopo aver sputato sul mio sedere, con l’altra mi inumidiva l’ano, frugandolo.

Più cercavo di divincolarmi e più dolore provavo.

Lui nel frattempo aveva preso a urlarmi qualcosa contro nella sua lingua gutturale mentre mi sverginava il buchetto con le sue dita bagnate.

Ad un certo punto, sempre gridando, tolse le dita e con la stessa mano, cominciò a segarsi e avvicinò la cappella marrone, gonfia e bagnata al mio ano.

“No! Ti prego! No!” Urlai.

Tutto inutile. Spinse e una fitta di dolore annunciò il fatto che il mio culo era rotto.

Prese a fottermi senza neppure darmi il tempo di abituarmi, facendomi un male cane.

Urlavo, piangevo mentre venivo inculato furiosamente, tra insulti nella sua lingua e in un italiano stentato.

Ad un tratto cambiò leggermente posizione: mi mise un piede in testa e mi schiacciò il busto per terra, facendomi, così, alzare di più il sedere.

Il suo cazzone mi scavava dentro in tal modo più a fondo, togliendomi il respiro.

Ormai avevo accettato la situazione: non urlavo più; non piangevo più; rassegnato aspettavo solo che finisse.

“Te piasce, eh?” Ogni tanto mi urlava.

Effettivamente, ad un certo punto, una strana sensazione aveva sostituito il male ed il mio cazzetto era diventato duro, sbatacchiando avanti e indietro a tempo con i suoi affondi.

Mi accorsi di avere tirato fuori la lingua come una cagna e di mugolare di piacere.

Fu allora che tolse il piede dalla mia testa, mi issai sulle braccia e, a quattro zampe, presi a muovere forsennatamente i fianchi, preso dal parossismo di quella goduria nuova, inaspettata e violenta.

Continuammo a scopare per non so quanto tempo: gli orgasmi anali si susseguivano e sborravo senza neanche toccarmi.

Poi, finalmente, con un urlo animalesco e liberatorio venne nel mio culo: sentivo i fiotti di sperma riempirmi in un mega clistere.

Si abbandonò su di me, schiacciandomi al suolo, col suo cazzone ancora dentro, che continuava a godere.

Quando ritenne di essere soddisfatto, si staccò.

Prese i miei vestiti e me li lanciò addosso, dicendomi, sempre in quell’italiano raffazzonato, che c’era un paese a 100 metri da lì.

Mi vestii e, con un’andatura un po’ traballante, me ne andai per trovare un telefono e chiamare il carroattrezzi.

Dopo qualche settimana riebbi l’auto ed il primo giorno utile tornai in quel casolare abbandonato.

Non c’era nessuno ma da ciò che vedevo lui abitava ancora lì.

Verso sera, finalmente, tornò e non era solo.

Ma questa è un’altra storia…

Mi è piaciuto...grande scopata e ottico cazzo....spero di continuare questo racconto...Speriamo che sia successo veramente.
non so se ti scopato ..può darsi che sia solo una storia...ma se per caso fosse vera ti auguro di ritrovarlo quel nerone....
Bel racconto. Avete poi fatto un trio..?

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