DA STUDENTE MODELLO A SCHIAVETTO

  • Scritto da Fabiola il 26/03/2022 - 23:46
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Sono sempre stato bisessuale, sebbene con una forte tendenza omosessuale, evidente fin dal fisico. Ho infatti un corpo glabro e flessuoso, assai più simile a quello di una ragazza che di un ragazzo e dei capelli tagliati "alla maschietta".

Al tempo ero un neodiciottenne e frequentavo l'ultimo anno del liceo scientifico. Ero ancora vergine. Sebbene passassi le giornate a masturbarmi pensando di succhiare il cazzo a uomini maturi, allora mi ero fissato con un collega di lavoro di mio padre, un maschione che m'ispirava fantasie brutali alimentate dalla pornografia, non avevo ancora trovato né il modo né il coraggio di affrontare un rapporto vero. Languivo tra il desiderio e il timore.

Le cose cambiarono proprio all'inizio di quel benedetto quinto anno di liceo. Nella mia classe arrivò un ripetente di due anni più grande, dunque di vent'anni, Francesco, che avrebbe stravolto la mia vita sessuale. Era un ragazzo splendido, alto, biondo, con gli occhi verdi, atletico, solo a guardarlo il mio cazzetto diventava duro. Nel vestire era sciatto. La prima volta che entrò in aula indossava una felpa molto larga e dai pantaloncini, che mettevano in mostra due polpacci muscolosi ricoperti da una lieve peluria bionda.

Francesco era dislessico, per questa ragione era stato bocciato alle medie, ma anche indolente, una pigrizia che gli era costata il precedente anno scolastico. Il fatto che fosse sempre circondato da ragazze, era uno dei "belli" della scuola, certo non lo aiutava a stare sui libri. Venne sistemato accanto a me, che ero il migliore della classe, affinché potessi "aiutarlo con le materie".

Prese posto vicino a me col suo modo di fare "scazzato". Avevo il cuore che batteva a mille. Per tutta la durata della lezione gli tenni gli occhi addosso. Ero stregato da quei polpacci muscolosi, dalle braccia forti e abbronzate, dal profilo virile. Francesco non stava fermo sulla sedia: si muoveva, si guardava intorno annoiato, si grattava i coglioni. Quando lo vidi toccarsi il "pacco" iniziai a pensare al suo cazzo. Lo immaginavo enorme (e così era), me lo figuravo intento a penetrare la fighetta di qualche liceale bagnata.

"Oh, ci sei? Oh".
La lezione era finita e Francesco mi stava chiamando. Ero rimasto imbambolato a guardarlo.
"Sì, scusa", risposi.
Parlammo un po'. Era estremamente gentile e affabile, un modo di fare che contrastava, come avrei in seguito scoperto, con la sua maniera di scopare brutale e persino sadica.

Nelle settimane successive diventammo amici. Francesco era sempre cortese e persino protettivo, ma notai fin da subito dei comportamenti strani: mi dava spesso delle pacche sul culo, mi abbracciava, si complimentava per le mie labbra tumide, che talvolta premeva con un dito, a volte m'inviava sul telefono video porno gay scrivendo "confessa che ti piace" accompagnando il tutto con emoticon sorridenti. Erano segnali abbastanza chiari, ma io, giovane e inesperto, non li coglievo pienamente.

Ero ossessionato da lui. Durante una lezione di ginnastica chiesi di andare in bagno, entrato nello spogliatoio vuoto vidi le scarpe di Francesco, presi i suoi calzini e mi misi ad annusarli. Lo stesso feci con la sua maglietta. Il suo odore mi faceva impazzire. Nascondere il mio desiderio davanti a quelle provocazioni stava diventando insostenibile.

Tutto cambiò il giorno in cui mi chiese di dargli una ripetizione di filosofia. Disse che non potevamo andare a casa sua, quindi ci fermammo il pomeriggio al liceo, solo io e lui. Mi fu impossibile dire alcunché. Francesco per tutto il tempo mi diede schiaffi sul culo, mi strizzò i capezzoli, mi pizzicò le cosce. Gli dicevo di lasciarmi, ma lui non mi ascoltava. Infine si arrese e, ridacchiando, disse: "va bene piccola, continua la lezione". Quel "piccola" mi mandò in estasi. Per distrarmi andai alla lavagna per disegnare uno schema, ma quando mi voltai vidi che Francesco aveva tirato fuori il cazzo. Se ne stava lì, davanti a me, sorridendo malizioso, con il suo cazzone di fuori. Ero esterrefatto. Lo impugnava con una mano e mi diceva: "lo so che lo vuoi, troietta, vieni a farmi un pompino".

Tentai di resistere a quella minchia:
"un pompino no, qui c'è ancora qualcuno, ci potrebbero vedere".
"Allora fammi una sega, ma fai veloce che ho le palle piene", rispose lui, imitando il gesto della masturbazione.
Mi chinai, presi il suo cazzone in una mano, era bollente. Glielo menai un po', ma non resistetti oltre, mi inginocchiai tra le sue gambe e lo presi in bocca. Era la prima volta che succhiavo un cazzo. Avevo visto decine di video su come fare e m'impegnai a fondo:

Con la bocca facevo su e giù lungo l'asta, cercando di andare più giù possibile, me lo sfregavo sulla lingua, leccavo la cappella. Data la situazione di "pericolo", potevamo essere scoperti da un momento all'altro, Francesco venne in fretta, riempiendomi la bocca di sperma vischioso. Rimise rapidamente il cazzo sbavato nei pantaloni, mi afferrò per le guance e disse: "adesso sei la mia schiavetta. Farai tutto quello che ti dico?".
Mi limitai ad annuire mugolando. Ero confuso.
Poi aggiunse: "da ora in avanti, tu, per me, non sarai più "Fabio", ma "Fabiola".

A casa non riuscivo a credere a quello che avevo fatto. Non riuscivo a smettere di pensarci. Avrei voluto scrivere a Francesco, chiediergli se ero stato bravo, ma temevo di apparire stupido. Mi addormentai sapendo che il giorno dopo lo avrei rivisto.

Bellissimo, davvero eccitante e scritto bene :)
bello!!
Grazie di cuore ❤
Bello sodo e scritto bene!!!!!
Stupendo eccitante Anche io ho preso delle sbandate x i miei compagni di classe,di professori, ma nn ho avuto la possibilità di farmi avanti. Quanti pompini e scopate che mi sn perse. Erano altri tempi.
MOLTO BELLO DAVVERO ED ECCITANTE , HA RAGIONE LORY TRAV, A QUEL TEMPO AVEVAMO PAURA. TANTE SEGHE MA IL RESTO NULLA !

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