Il lupo perde il pelo ,a non il vizio-terza parte

  • Scritto da Porcello55 il 25/06/2022 - 11:54
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Nel pomeriggio apri gli occhi e loro erano li che mi fissavano. “Ciao tesori” dissi ancora mezzo assonnato “perché mi state fissando?”. “Perché ci piace farlo” disse Michael “e perché hai un bel corpo” sottolineò Joseph. Emmy mi venne vicino e mi sussurrò all’orecchio “la nostra maialina è rimasta soddisfatta da noi?”. Li guardai tutti e quattro, allungai le braccia per accoglierli addosso a me e dissi con soddisfazione “non potevo avere migliori amanti di voi quattro, lunghi, grossi e duri per tutta la notte. Mi avete dato tanto piacere da sfinirmi. Certo che sono soddisfatto, e moltissimo” e li baciai ricevendo da loro baci a non finire. Poi ci alzammo e a turno li invitai con me nella doccia per ulteriori massaggi con sapone e acqua calda sui nostri corpi. Non avevo voglia di uscire e chiesi ad Isaac di farmi il favore di uscire per comprare qualcosa per la cena. Vicino a me c’era una rosticceria e li avrebbe trovato di sicuro del cibo. Mentre Isaac era fuori, Emmy, Joseph, Michael ed io rimettemmo tutto a posto. Il lenzuolo era da lavare e nella camera c’erano ancora tutti gli odori della notte trascorsa, così spalancai la finestra affacciandomi. Un sole caldo mi accolse completamente e respirai aria pura. Dove abitavo c’era molto verde ed era una zona tranquilla. Non feci caso alla persona che stava passando di sotto che, soffermandosi, aveva alzato la testa e mi stava guardando. Poi una voce mi distolse da l’abbraccio solare. “Roberto, Roberto” era Arturo che mi stava chiamando. “Ciao Arturo, che ci fai da queste parti?”. “Avrei voluto chiamarti ma non ero convinto di farlo, sai è un po' di tempo che non ci sentiamo, quindo ho pensato fosse meglio passare a trovarti direttamente”. “Hai fatto bene, solo che… non sono solo, ma se vuoi salire ti apro”. “va bene” rispose lui “vengo su” e si incamminò verso il cancello. Lo senti salire le scale mentre gli altri tre stavano finendo di sistemare tutto. Giunto sul pianerottolo lo vidi. Era sempre un bell’uomo e di un’eleganza degna del suo personale. “Ciao” gli dissi andandogli incontro per abbracciarlo “ciao Roby”. “Allora, quanto tempo è passato dall’ultima volta?” mi chiese “abbastanza, ma vieni dentro, ti presento ai miei nuovi amici” e lo feci accomodare in casa. Appena dentro notò i tre ragazzi che si erano appena seduti sul divano. “Ragazzi, questo è Arturo, il mio ex ma siamo rimasti ottimi amici. Arturo, questi sono Emmy, Joseph e Michael, mentre fra poco arriva anche Isaac che ti presenterò”. Ci furono attimi di silenzio ma poi si scambiarono i saluti. “Siediti Arturo, abbiamo molte cose da raccontarci. Vuoi qualcosa da bere? Non ho molte cose qui”. “Vino, bianco se è possibile, grazie”. “Bene, questo non manca mai” ed apri il frigo estraendo una bottiglia. “Ti piace la mia nuova casa? Piccola ma molto accogliente”. “Direi che ti sei sistemato bene. Mi hai detto che sono i tuoi nuovi amici, parlano italiano?”. “Certo che si, chiedi loro se vuoi. Ragazzi, volete anche voi del vino?”. “No grazie, solo acqua”. In quel mentre suona il campanello. “Deve essere Isaac. Isaac, sei tu?”. Si, puoi aprirmi tesoro?” e schiacciai il pulsante. Nel voltarmi vidi l’espressione di Arturo. Capii che era rimasto basito nel sentirmi definire tesoro da una persona che non fosse lui. “Ci hai fatto sesso con tutti e quattro?” mi domandò secco. “Si, non sarai geloso per caso, non è da te”. “Geloso no ma stupito si. Credevo che ti fossi isolato per restare lontano da sesso dopo le infinite esperienze di zoofilia”. “Hai ragione ed è stato così per tutto questo tempo ma ho un contratto da rispettare e non potevo restare inattivo a lungo. Tu sai che prendo spunto dalle mie esperienze per scrivere. Avevo iniziato a scriverne una totalmente diversa dal mio genere, orientata sull’omosessualità. Ieri mentre andavo in centro per fare spese e mi sono imbattuto in due di loro. Ho colto l’occasione e mi sono ritrovato con questi quattro ragazzoni neri. La voglia mi è esplosa dentro ed è andata. Capisci?”. Mentre facevo questo discorso i quattro ragazzi ascoltavano e capirono che forse avrebbero dovuto lasciarci soli. “Forse è meglio che torniamo fra mezz’ora” disse Emmy “grazie ragazzi, ci vediamo dopo” ed uscirono. Ebbi un lungo chiarimento con Arturo che di carattere era una persona molto comprensiva. “Ok Roberto, va tutto bene. Non mi devi spiegazioni. Mi bastava solo avere conferme e adesso le ho. Sei una bella persona, amante del sesso in ogni sua forma e vorrei continuare a far parte della tua vita. Questo lungo periodo senza vederci, qualche telefonata sporadica, non era quello che volevo. Torna con me ti prego” e i suoi occhi si erano fatti lucidi. “Non so cosa dire. Cosa ne faccio di questa casa? Non posso venderla perché devo saldare il mutuo prima. E quei ragazzi? Dove li mando? Ho promesso loro di aiutarli per farli restare stabilmente in Italia”. “La casa finisci di riscattarla e la teniamo con i ragazzi che al momento possono abitarci loro. In seguito, quando ti sarai sistemato da me, vediamo se ci conviene venderla e loro si trasferisco con noi. Che ne dici, ti va?”. Ci pensai un attimo. Non era una cosa da decidere su due piedi. “facciamo così Arturo, appena tornano i ragazzi lo diciamo a loro e cercherò di convincerli ad accettare”. “Quindi per te è un si” esclamò. “Si, certo che si. Non ho mai smesso di pensare a te, solo che dovevo rendermi bene conto cosa provassi lontano da te. Adesso lo so e… mi manchi, tanto” e lo abbracciai con trasporto mentre lui ricambiò stringendomi forte a se e baciandomi. Il campanello suonò mentre eravamo ancora abbracciati “Si?” domandai “siamo noi, possiamo salire?”. “Certo” e premetti il pulsante. Quando furono in casa spiegai loro tutto sperando che accettassero. Fu un si unanime e questo mi riempì di gioia. Preparammo la tavola con le cose che aveva comprato Isaac e cenammo tutti insieme, bagnando il tutto col vino bianco, solo io e Arturo, loro ad acqua. Fu una bella serata, ridevamo scherzavamo e, complice la lingua che comprendevamo tutti, ci furono aneddoti raccontati da Arturo che anche i quattro ragazzi capirono al volo, aneddoti riguardanti le mie esperienze con animali delle quali loro non erano al corrente ma che apprezzarono moltissimo. Alla fine chiesi ad Arturo se volesse restare con noi ma declinò l’invito perché la mattina doveva alzarsi presto per un appuntamento di lavoro all’estero. “Ti ringrazio, sarà per un’altra volta” mi disse abbracciandomi. “Alla prossima, sperando che sia a casa tua” e lo baciai. Emmy, Joseph, Michael ed Isaac stavano osservando la scena e capirono che fra noi c’era stata una storia molto importante e che forse si stava riaprendo. “Ciao tesoro” mi disse uscendo “ciao amore” gli risposi mentre stava scendendo le scale. Richiusi la porta e mi voltai. Mi stavano guardando con aria dolce. “Lo ami ancora vero?”. “Si, molto, è stato il mio primo e unico vero amore”. “Si vede e siamo contenti per te”. “Su ragazzi, rimettiamo a posto ed usciamo, ho voglia di uscire, voi no?”. Ok, va bene, dove?”. “C’è una birreria non lontano da qui e se vi piace la birra ci facciamo un salto”. “per me va bene” disse Isaac “anche per noi” gli fecero coro gli altri. Messo a posto tutto uscimmo, e quella fu la mia prima sera in un locale con quattro ragazzi. Avrei destato sospetti, pensieri sconci e sguardi di disapprovazione, ma non me ne importava nulla, volevo divertirmi e sarebbero stati problemi loro. Io volevo solo godermi la compagnia di quei ragazzi e se ci fossero stati scambi di carezze in pubblico, sarebbero passate per carezze amichevoli, tutto qui.

L’indomani, dopo che la serata era trascorsa piacevolmente e ancor meglio la nottata, ci svegliammo tutti di buon umore e, dopo una colazione con quello che era rimasto in casa, andammo in centro città a fare spesa. Mentre loro si occupavano di questo io andai in Municipio per cercare di regolarizzare la loro posizione. Dovetti compilare diversi moduli, quello per il lavoro, quello per il permesso di soggiorno, quello di residenza ed altri. Per alcuni bastava la mia autocertificazione firmata per tutti gli altri occorreva la loro presenza e firma sui documenti. Quindi, dopo che ebbero comprato l’occorrente, tornammo al Municipio per terminare le pratiche burocratiche. Per fortuna i funzionari che se ne occupavano non erano pignoli, o almeno non più del dovuto, ma riuscimmo a concludere gran parte delle scartoffie. Dovevamo solo attendere che ci arrivassero a casa. Il Comune dove abitavo era molto veloce per queste pratiche, per fortuna, so che in altri ci volevano giorni e due o tre visite al Comune. Avevamo ancora del tempo che spendemmo per fare un giro. Le borse della spessa le avevamo suddivise fra noi e non contenevano alimenti deteriorabili ne tanto meno surgelati, così potevamo farci un giro. Passammo di fronte ad un negozio di biancheria intima e Isaac entrò. “Ma che fa” disse Joseph “non ci serve quella roba”. Poco dopo uscì e mi chiamò. “Vieni, ho visto qualcosa per te” e mi trascinò dentro. Mi condusse nel reparto femminile e mi fece vedere alcuni completini piuttosto osé. “Non credi che possa starti bene questo?” mi disse candidamente e a voce alta. La commessa, che non era distante si avvicinò. “Le serve aiuto? Forse vuole fare un regalo a sua moglie e le serve un consiglio?”. Isaac si voltò e disse “No, questo è per lui” indicando un tanga e reggiseno rosso e di pizzo. La commessa mi guardò ed esclamò “deve amarla davvero tanto se ha pensato di regalarle questo, è un oggettino molto sexy e provocante”. Mi voltai verso di lei imbarazzato ma anche sollevato perché la ragazza non si era ne scandalizzata ne sconvolta di questo. “Non stiamo insieme, beh si, abitiamo insieme, per ora, ma non siamo una coppia”. “Non si preoccupi e poi ritengo che sia fortunato, se non fosse con lei avrei già cercato di attaccare discorso e portarmelo a casa questo bel ragazzone d’ebano. Quindi va bene questo? Oppure c’è qualcos’altro che volete acquistare?”. “Va bene questo” mi affrettai e dire. Andando alla cassa e dopo aver sentito il prezzo, vidi Isaac uscire e parlare con gli altri. Stavano gesticolando e sicuramente parlare nella loro lingua. “Forse staranno decidendo chi farle quel regalo” disse la commessa. “Non saprei. Lei che pensa dell’omosessualità?”. “Sono favorevole. Non importa chi si ama, basta vivere felici e, se quelli sono le persone che la amano, direi che deve essere molto felice di averli. Dio Santo quanto pagherei per averne almeno uno” disse sbuffando. Poi Isaac tornò e disse alla cassiera. “Può fare un pacchetto regalo? Abbiamo deciso che sarà il nostro regalo per l’amante migliore di questo mondo” disse col suo tono alto di voce, mentre mi guardava. Io sprofondai non per quello che aveva detto ma perché nel frattempo, senza che ce ne accorgessimo, erano entrati due uomini che, avendo sentito la frase ed essersi accorti che era indirizzata a me, avevano smesso di guardare gli indumenti e si erano avviati all’uscita scandalizzati. “Faccio quest’effetto a molti. Pensi che ieri sera siamo stati in una birreria e non hanno smesso di guardarci mentre questi quattro mandrilli mi palpeggiavano ovunque”. “Meno male che non hanno fatto intervenire le forze dell’ordine” disse la ragazza “non è certo un paese aperto a queste cose il nostro. Le faccio il pacchetto va bene?”. “Si, grazie”. Con la coda dell’occhio vidi che alcuni curiosi, una decina, si erano avvicinati per scrutare meglio. Tranquilli, pensai io, fra poco esco e potrete finire di guardare lo spettacolo. La commessa fece il resto ad Isaac , ci dette il pacchetto, ci salutò ed uscimmo. Appena fuori mi misi in mezzo ai miei quattro ragazzi lasciandomi abbracciare e ci incamminammo verso casa sotto gli occhi, sicuramente allupati anche se non lo avrebbero mai confessato neanche in chiesa, sapendo che forse qualcuno di loro avrebbe volentieri voluto essere al posto dei miei marcantoni neri.

Giunti in casa, riponemmo ogni cosa al suo posto, quella fresca nel frigo, e le altre nei vari scomparti della cucina. Era ora di pranzo ma preparai loro varie insalate miste, con tonno, formaggio, pomodori, uova sode ed altro, tutta roba veloce e fresca visto che il caldo estivo era alle porte. Loro nel frattempo avevano preparato la tavola, messo l’acqua nel frizer per renderla fresca il prima possibile e si erano messi a loro agio. Quando dico a loro agio, intendo completamente nudi. Belli, neri, lucidi, corpi che facevano ribollire il sangue ed io ero fortunato da averne quattro, tutti per me. “Perché non ti spogli anche tu?” mi chiese Joseph. “Finisco qui e poi vado”, ma non feci a tempo di finire la frase che me li sentii arrivare addosso e togliermi tutto in un secondo. “Siete insopportabili ma, mi piace quando mi spogliate” e me li abbracciai tutti. Poi ci sedemmo a tavola per pranzare e passarono due ore fra discorsi, sorrisi, ammiccamenti, palpate e leccatine alle parti erogene. Stavo bene con loro e loro con me. Avevamo quasi risolto il problema delle loro regolarizzazioni, la pancia era stata soddisfatta ma l’appetito sessuale no, almeno da parte loro. “No cari miei, almeno fino a stasera dovrete aspettare perché io devo continuare a scrivere i miei racconti altrimenti niente soldi e i soldi non crescono sugli alberi”. “Cosa facciamo? Usciamo?”. “Se volete si, avete tutto il pomeriggio per andare qui nella città vicina. Ci sono cose da vedere. Tenete, questi sono dei soldi se volete entrare in un museo o comprarvi qualcosa” non potevo non dargli niente, avevano messo insieme tutti i loro risparmi per farmi il regalo. “Ecco, sono cento euro, fateveli bastare ok? Ci vediamo più tardi”. “Roberto” mi disse Emmy mentre era alla porta e stava chiudendo “sei davvero l’amante migliore di questo mondo” e mi lanciò un bacio che io contraccambiai. Che ragazzi adorabili e pensare che molta gente giudica solo dall’apparenza, dal colore della pelle, da come veste o dalla fede a cui appartengono. Non tutti ma questi quattro erano dei bravi ragazzi. Con questo pensiero riposi le cose che erano rimaste sul tavolo, sciacquai le stoviglie e poi mi sedetti di fronte al mio portatile per continuare a scrivere il mio racconto al quale non avevo ancora dato un titolo.

Ma che palle ste foto di pigmei! Solo 215 visualizzazioni on quattro giorni. Ma fatti delle domande...
Purtroppo è così, gentile Monica, e se non fossi intervenuta su tutte la sequela di pubblicazioni ora i pigmei sarebbero rappresentati per più di un'intera pagina iniziale. Una prdita di tempo... Ciao.

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