Il sabato mattina

  • Scritto da Luisa il 15/11/2021 - 14:08
  • 2.6K Letture

…… ………. scooter bisogna partire, una ragazza in motorino è scivolata su una macchia di olio in una rotonda, il passeggero dell’auto che la segue ha chiamato i soccorsi………………

Lasciando Caterina sotto casa, alzando la sella per riporre il casco il cellulare si illumina, Daniela dalla Croce mi invia un messaggio: “sei disponibile alle dieci di venire con me per riportare a casa la ragazza scivolata con il motorino”. Invece di risponde vado, mi accordo. Rientro in casa e mi butto a letto. Al mattino Silvia, mi aspetta: Se mi aiuti che non riesco ad alzarmi mi fa troppo male il ginocchio devo andare in bagno”, prontamente mi avvicino e mette le braccia al collo per aiutarsi senza pesare sulla gamba dolorante, l’accompagno in bagno ritornato in cucina preparo il medicinale. Finito, vado in bagno, e la sorreggo fino alla credenza, alza la maglietta disinfetto e faccio la prima sulla pancia, le lascio il batuffolo per massaggiarsi e cambio siringa, abbasso il pigiama è senza mutandine, disinfetto e buco la natica sinistra, mentre le precedenti le ha fatte prona, questa era fatta in piedi, io: ”Ok abbiamo finito com'è andata?" "Bene, alzandosi il pigiama, anche in piedi non ho sentito nulla, sei molto bravo", mi raccomando di chiamare avesse bisogno, e che lascio le sue chiavi alla mamma. Chiudo la porta, la mamma si è alzata, giorno di riposo anche per Lei, facciamo colazione, finito scendo in garage è da molto tempo non mi dedico al modellismo. Vedendo la luce in garage; Paolo che prende l’auto per raggiungere la moglie in montagna si ferma a parlare, l’occasione per me di avere notizie di Enrica, lui  ”tutto bene, domani si rientra, lunedì pomeriggio deve fare l’ecografia”. Io: come passa il tempo – Lui:  ” inizia il terzo mese”. Arriva Mamma, con due raccomandate, una dell’Ufficio Personale dove lavora papà, ed una dell’ASL. Aprendo la prima mi comunicano che ho diritto ad un posto, idem. Non mi resta che scegliere, chiedo loro di non far parola con nessuno, e visto l’ora devo scappare. Arrivando alle 9,45 in Croce, cambio la maglia con quella di servizio, sento parlare, la milite al centralino, con una signora, alla quale è stato detto: solo li può trovare aiuto. Dopo il decesso dell’infermiere (per altro anziano) non si effettua più nessun tipo di prestazione. Ascoltando la conversazione Daniela interviene “Libe,…. nello spogliatoio c’è Piero” ha tempo perché per il servizio manca ancora la nonna della ragazza che dobbiamo portare a casa; “chiamalo e vedi se riesce ad aiutarla”. Lei si avvicina, presentandola, e mi porge la chiave dello studio medico, ci avviamo verso la stanza; mi segue e rivolgendosi al figlio chiede se voleva aspettarla sul divano o entrare, il bimbo di cinque/sei anni, non si alza, chiedo di dargli un occhio che non si allontani con la mamma entriamo, e chiudo. Ci sediamo, mi spiega molte cose vorrebbe parlare, il poco tempo disponibile rimanda la chiacchierata alla prossima, vorrebbe dare una compagnia al figlio Matteo, dalle analisi risulta carente di vitamina C e D, il ginecologo/ostetrico che la segue ha consigliato, di fare una cura, dal borsone prende un sacchetto della farmacia. Sono diretti in piscina, e trovandosi davanti è entrata per chiudere. Aprendolo ci sono tre confezioni di iniezioni due di Vitamina C Bayer da 5 ml. ed una di Di Base 300.000 e e spiegazioni. Sul foglio delle istruzioni si consiglia di fa giorni alterni ed in mezzo fare la Di Base, dalla prima confezione prendo una fiala, nel mentre parla e dice che si chiama Rosaria vedendolo la siringa pronta storce il naso, decisamente 5 ml è una bella puntura, domando da quanto non viene bucata  è qualche anno che non ne fa, chiedo se vuol farla in piedi o distesa, indico il paravento nel caso si volesse distendere il lettino, mentre si spoglia “da quando ho avuto il bimbo che non ne faccio”. Rosaria: bella donna dalle forme aggraziate capelli neri a caschetto, 1,68 per 60 kg una terza abbondate sia di slip che seno, parla volentieri. Con tutto pronto mi giro, Lei è all’ultimo bottone del prendisole, lo appoggia sulla sedia indossa un costume intero nero con disegni astratti, bello carino; mi complimento, invece di girarsi, abbassa il costume liberando un seno bello sodo con due aureole da succhiare all’infinito, arriva al monte di venere e si gira, le natiche sode bianchissime, mettono in risalto i segni del costume appoggiandosi al lettino, chiedo quale era la più sensibile, ”iniziano con la destra”, un sedere che sembra seta, un peccato bucarlo, disinfetto bene con il cotone, con la sinistra a mò di pizzicotto tiro su, con un colpo leggero buco ed inietto, la gamba rilassata, collabora in un attimo finisce la medicina e massaggio delicatamente io: alza pure il costume che abbiamo finito. Si gira, mi fa vedere tutta la pussy con i ricci neri, ordinati non esagerati. Mi ringrazia e si riveste, ci accordiamo per Lunedì Daniela, nell’aspettare ha già fatto accomodare sulla macchina la nonna della ragazza, e una volta salito prendiamo la via dell’ospedale, Valentina (il nome della ragazza) ci informa che è ancora in reparto ed aspetta che la Caposala gli consegni la cartella clinica per le cure, la ragazza la porge alla nonna, e ci avviamo all’ascensore; Daniela aiuta la nonna, io aiuto Valentina a salire sulla macchina. Strada facendo la nipote istruisce la nonna che appena può di andare in farmacia ad acquistare i farmaci. Arrivati sotto casa, le accompagno mi salutano e ringraziano. Nel tragitto per ritornare in sede, Daniela mi informa che ha lasciato i nostri numeri, dalla sede chiedono di quantificare il tempo di rientro perché non avendo autisti disponibili c’è un altro servizio. Io, devo fermarmi in sede ed al mio posto salgono altri due militi. Libe, mi dice ci sono dei Signori che ti aspettano in saletta, una coppia di coniugi con una bimbetta, due Signore già anta, ed un bel giovane sui trent’anni. Faccio accomodare; entrano i coniugi, il marito si siede con la bimba in braccio, la Signora ha il sacchetto della farmacia con scatola di siringhe da 2,5 ml. le confezioni di Fosforilasi, metto tutto sul tavolino delle medicazioni, mi lavo le mani, prendo cotone e disinfettante, ” Preparo l’iniezione, aspiro il liquido nella siringa fino a riempirla quasi per intero due millilitri, lei osservava i miei movimenti gli occhi si sono inumiditi. “mi appoggio al lettino” E’ vestita con una camicetta bianca, un reggiseno color rosa, gonna lunga uno spacco dalle ginocchia si alza la gonna fino all’ombelico, indossava una brasiliana nera, sinceramente forse sapendo della presenza del marito seduto dall’altra parte coperto dal paravento inizio ad eccitarmi, ma devo contenermi. Massaggio la natica destra, faccio entrare l’ago e inietto, “Ahia, brucia!” mi dice, io: “Coraggio, manca poco” Arriva la figlia; ”vedi cosa devo fare par farti un fratellino”, un paio di contrazioni, ferma, terminato estraggo l’ago e massaggio a lungo, sotto gli occhioni attenti della bimbetta, che ha preso la mano della mamma per consolarla. “Pizzica, ahia” “E’ tutto finito” cercai di tranquillizzarla. Con un gesto veloce cerco di tirarle su le mutandine, il marito mi ringrazia ci mettiamo d’accordo come fare domani che è anche domenica. Dò il mio indirizzo di casa spiegando loro che non è molto distante, e saluto. Uscendo loro entra il bel giovane che ha bisogno di fare l’antitetanica, mi porge la confezione  lo invio a prepararsi e chiedo dove vuole farla, preferisce sdraiarsi, disinfetto e buco, senza una smorfia, finisco estraggo l’ago massaggio e mi porge un foglio da scrivere la data dell’inoculazione. Mi lascia sulla scrivania l’offerta e mi saluta chiedendomi il mio numero di telefono, per la seconda di richiamo. Congedandomi da lui sulla porta il cellulare squilla, la nonna di Valentina è rientrata dalla farmacia con i medicinali e se avesse bisogno di fare l’antidolorifico in caso di bisogno ero disponibile, “Basta che mi chiami”. Entrano le due Signore, dall’aspetto: due gemelle, parlando e scopro se sono sorelle, una di settant’anni Anita, con un pantalone nero attillato, e Lucia sessanta, con gonna appena sotto le ginocchia si accomodano alte 1,65, stessa corporatura, in camicetta mezze maniche lascavano intravvedere il seno cui i miei occhi non disdegnano di guardarli. Anita, è vedova senza prole. Lucia, single che per problemi femminili non si è mai voluta sposare sebbene avesse avuto relazioni in gioventù. Chi aveva bisogno del mio operato era proprio Lucia, il medico di famiglia per un’infezione ha prescritto l’urino cultura, mi porge le istruzioni: bisogna mettere il catetere, raccoglierle delle ventiquattro ore consegnarne due campioni ed un cotton fioc per fare il tampone delle feci. Mi alzo vado dietro il paravento, chiedo se prima di iniziare ha bisogno di andare in bagno, Lei mi dice di no, mi lavo le mani ed infilo i guanti, le chiedo di prepararsi e di mettersi sulla sedia, Lucia si toglie la gonna la piega con cura, prendo il sacchetto per le urine lo adagio sulla bacinella sotto la seduta, apro il catetere si toglie l’intimo “Nero con merletti” un bel paio di gambe bianco latte pelle secca, togliendole ed abbassandosi per raccogliere, mi lascia vedere la rosellina, le labbra grandi che escono dal pelo. Viene verso di me, sale l’aiuto per mettere le gambe sugli appoggi porta le mani davanti per nasconderla la guardo, capisce che purtroppo non può fare a meno di toglierle, parlando per stemperare il clima” quando è stata dal ginecologo” Anita, che parla al telefono chiude e si avvicina: “provi a dirglielo che sarebbe meglio che andasse una buona volta a fare una visita” istintivamente Lucia mentre cerco di infilare il catetere nel meato uretrale porta le mani davanti per coprirsi. La guardo mi capisce le toglie al primo tentativo entra ed inizio a farlo entrare fino alla minzione, dopo di che con la siringa riempio il palloncino per evitare che possa uscire, facendo qualche brusca manovra ormai finita l’operazione, faccio vedere come deve fare per evitare di stare tutto il giorno con il sacchetto in mano. Mi ringrazia scende dalla sedia e si riveste, per domani, e spiego il programma lasciando loro anche il numero del mio cellulare. Finito con loro, salgo in Direzione dove mi comunicano che tramite il Comune hanno avuto la possibilità di avere due persone a tempo indeterminato, tra le quale la scelta era caduta su di me, perché sono categoria protetta. Il Presidente, (non è altro che il Dottor Renzo C. Ginecologo), con il segretario ed un consigliere (Daniela) mi hanno fatto sapere quali sarebbero le competenze e gli esami che devo sostenere, ho chiesto tre giorni per decidere. Il presidente stesso finito il colloquio si è reso disponibile ad aiutarmi, tra le altre quella di prendere il diploma di Infermiere ed ho nove mesi di tempo per dare l’esame. Avevo diciotto anni compiuti in quel giorno un bel ricordo.

Il sabato pomeriggio, si continua…………. 

Post New Comment

Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.