MIlf si sottomette spontaneamente

Confessioni sempre più stupefacenti e significative, me le inviano ed io le passo a voi, care lettrici e lettori di Giovanna.

Salve Giovanna Esse, sono uno dei tanti amici che hanno la passione di leggere e soprattutto scrivere le belle storie erotiche, quelle che, grazie ai vostri siti, possiamo trasmetterci e goderne come fantastico passatempo. Il mio nome reale è Giorgio, ed è con questo che desidero affidare a te questa incredibile esperienza, capitata da pochi giorni… e proprio al sottoscritto.

Rubo poche righe a descrivermi e non certo per “celebrare” le mie doti virili, al contrario. Ci tengo proprio a dire che vado per i sessantaquattro. Persona gradevole (mi dicono), abitudinariamente sposato ma senza più passione e quasi totalmente senza sesso, perché con la mia signora non c’è nulla che ci leghi più, se non i figli e il rispetto reciproco. Quindi: non sono né un playboy attempato né un cacciatore di facili avventure… il mio svago, come per tanti è scrivere questi racconti, a volte inventando a volte rivivendo le passioni (e qualche perversione) del passato.

Or dunque…

la prima settimana di questo afoso luglio siamo riusciti a ritagliarci una vacanza al mare, in quei luoghi del sud che più amiamo, colorati, coloriti e affascinanti per chi ama il mare trasparente e le calette nascoste, circondate dalla macchia mediterranea.

Dopo un paio di giorni dall’arrivo ci siamo ritrovati con dei vicini d’ombrellone abbastanza più giovani di noi… per la verità fu prima mia moglie a conoscerli e poi a parlarmene.

“Persone simpatiche, gentili… lei molto graziosa… hanno due bambine…” eccetera!

Poi li ho conosciuti anche io. Scambio di chiacchiere sugli argomenti di sempre, e mi ha fatto piacere trovare, in lui, una persona schietta e aperta, intelligente, con cui finalmente scambiare un po’ di parole senza incontrare un muro di ottusaggine e di banalità. Per essere totalmente onesto devo aggiungere che: no, non mi era sfuggito che LEI era veramente graziosa; non alta, un corpo ad anfora assai appetitoso con quei pochi chiletti in più rispetto a una ragazzina, e degli occhi intelligenti, attraenti… quasi magnatici. Intanto non ho assolutamente pensato ad altro se non che mi piaceva moltissimo… e senza indugiare in alcun desiderio trasgressivo, più che altro per rispetto della loro giovane età e della gaiezza di una famigliola felice.

Il giovedì sera organizziamo una pizza, seguendo le nostre indicazioni rispetto a un locale caratteristico, carino e soprattutto fresco.

Nell’atmosfera rilassante ci siamo piaciuti molto l’un l’altro e ci siamo sentiti affiatati con altre persone come non mai dai tempi della pandemia… insomma ci siamo ritrovati praticamente in amicizia e non come ipocriti conoscenti, attitudine attualmente assai in voga.

Più tardi, con le bambine ormai a letto, ci siamo intrattenuti sul patio della loro casetta gustandoci una sangria di pesche gialle e vino frizzante, approntata dal sottoscritto.

Ah, dimenticavo una premessa, importante per capire poi il seguito: personalmente, sin dalla sera prima, avevo intravisto una somiglianza, un déjà-vu, della signora con qualcuna già vista, già incontrata… ma evidentemente sapevo che si trattava di un caso, in quanto era altamente improbabile che ci fossimo mai conosciuti prima. Lo dissi perfino a mia moglie, concludendo col nostro classico mondo di dire “quella donna ha una faccia conosciuta”

Comunque tirammo veramente tardi, tra una chiacchiera, un ragionamento, persino qualche “pensiero filosofico o poetico”, dedicato alla luminosa luna piena che ci attraeva dal cielo scuro. Si parlò anche di lavoro e infine, in un impeto di sincerità e di civetteria, ci tenni ad aggiungere che non ero soltanto un ragioniere in odore di pensionamento, ma che amavo scrivere, riscuotendo un certo successo in quanto a numero di letture…

Mia moglie non gradì questo mio esordio finale ma io ormai ero gasato e un po’ brillo… e quindi aggiunsi che eccellevo in racconti erotici, anzi rincarai la dose, dicendo che collaboravo con alcuni siti erotici o porno.

Straparlando, soprattutto corroborato dalle incitazioni di lui che, probabilmente, si stava prendendo un po’ gioco di “questo vecchio satiro” che, alle soglie dell’impotenza senile si comportava da “cazzaro”, millantando le sue imprese narrative. Inoltre, come tutti i mariti giovani, cercava forse con le mie butade di incuriosire e di eccitare la mogliettina.

La moglie, invece, non ascoltava con altrettanta leggerezza, anzi sembrava abbastanza rabbuiata a causa dell’argomento, tant’è che, ripreso il controllo di me stesso, mi scusai con tutti, e principalmente con lei; anche se, in fondo, non avevo pronunciato una sola parolaccia né sottinteso alcuna porcheria.

Solo che, per onestà, devo dire che poi feci di tutto per dimostrare che tale attività era da me seguita anche dal punto di vista tecnico: che mi occupavo pure dei video; che vedere tante porcherie ti disgustava invece di eccitarti… e via di seguito, denigrando il mondo della pornografia nel quale io, povera vittima del sistema, ero cascato… beninteso senza ricavarne piacere alcuno.

A salvarmi dal cul de sac in cui mi ero cacciato intervenne mia moglie, tirandomi via giusto in tempo.

“Scusatelo… è l’età… e il vino… è ora di riportarlo nel frigorifero, così gli calmo i bollenti spiriti!”

2

Il giorno dopo, come al solito, scesi in spiaggia prima di mia moglie che, in genere tira tardi visto che le piace godersi il relax.

Vidi che l’ombrellone dei vicini era aperto ma loro dovevano essere al mare; giustamente, avendo delle bambine, la signora preferiva portarle giù presto per poi rispettare i tempi di una buona colazione e di un salutare riposino.

Ci incrociammo in acqua poco dopo. Il sole era infuocato e solo la freschezza del mare limpido poteva rinfrancare, in quella atmosfera rovente.

Visto che la sera prima dovevo essere sembrato un buffone salutai gentilmente per poi allontanarmi verso un vicino tratto di scogliera, che preferivo al tradizionale e affollato arenile. Quasi un’ora dopo, torno al mio posto.

Lei era stesa all’ombra, con degli imperscrutabili occhiali scuri. Indossava un due pezzi nero, di taglio semplice ma che ovviamente non ne nascondeva la bellezza delle forme.

Mentre mi asciugavo non potei fare a meno di notare, nella zona dell’inguine, due lievissime pieghe ai lati dello slip: un piccolo indice dello “sfiancamento” di quando il suo corpo era trasmutato da ragazza a “mammina”… un difettuccio che la rendeva ancora più deliziosa, anche i suoi fianchi ora generosi, non facevano che moltiplicare la sua femminilità.

Non avrei mai osato disturbarla. Forse dietro gli occhialoni stava sonnecchiando un po’, invece lei li alzò sulla fronte senza scomporsi di un millimetro ma fissandomi profondamente con una espressione imperscrutabile.

Sorrisi: “ Mia moglie?”

“Non si è vista, ancora.” rispose e aggiunse “e mio marito è in gelateria con le piccole…”

“Oh, bene, molto bene!” esclamai per riportare un po’ di allegria.

“Bene perché? Per chi?” disse la donna con una espressione abbastanza dura.

Non la capivo ma devo dire che l’età e l’esperienza mi misero quasi in allarme… quella sua risposta era fuori registro.

“Non saprei… dicevo bene così, in generale…” sorrisi sperando di rimettere le cose nella giusta luce.

“Così… lei si occupa di pornografia, vero?”

“Non proprio, anzi… mi deve scusare, forse ieri sera sono stato inopportuno… ma, scusa, Rosa non ci davamo del tu?”

“Il tu, il lei, che importanza ha” disse quasi seccata “le cose importanti sono altre… e, dimmi, caro Giorgio, col tu stavolta: ti spassi molto a guardare i film sporchi? Sei molto esperto, suppongo” parlava in maniera abbastanza tagliente, polemica direi, e mi fissava con occhi strani, sembrava addirittura mi trovasse odioso.

“Beh… non proprio… ripeto, ieri sera… io…”

“Ieri era ieri, Giorgio. Adesso siamo soli: io e te, quindi ti prego di parlare chiaro una volta per tutte!”

Credo che la mia buona sorte, se così può dire, mi fece dare la risposta giusta (o meglio, sbagliata per tutti ma non per me, cazzo!!!) non capivo ma, valutando le sue parole optai per una curiosità sincera della signora che, approfittando dell’assenza dei suoi, poteva esporsi maggiormente, magari curiosa di saperne di più sulle porcate dei video che analizzavo.

“Vedi Rosa non devi pensare che io sia un erotomane, semplicemente sono in quel settore; guardo moltissimi video ma quasi professionalmente (mentii per darmi un tono) li scorro per catalogarli, per trovare spunti alle storie che pubblico…”

La signora sembrò addolcirsi lievemente, un sorrisetto comparve sulle labbra assottigliate dal momento di tensione.

“Oh davvero Giorgio? E quali ti piacciono… quali trovi più interessanti? Eh? Dimmi, dimmi… ti piacciono quelli amatoriali? Quelli dove magari povere ragazze ignare vengono ritratte e loro insaputa da qualche maiale? Eh? Eh? Dimmi… dimmi.”

Non capivo un cazzo: era curiosa o era aggressiva? Voleva attaccarmi per qualche motivo…? Non potei replicare perché arrivarono tutti insieme: Giuliano, suo marito, le ragazzine e mia moglie.

“Giuliano mi ha offerto proprio un bel caffè… sai? Ci voleva!” disse quest’ultima sorridendo e poi salutando allegramente Rosa.

Io e la donna non potevamo certo continuare la conversazione… quindi, tutto ritorno alla normalità di una mattinata al mare. Mia moglie andò a bagnarsi; le bambine chiesero il permesso scendere con lei, e noi tre restammo da soli.

Ora però la mia conversazione si sviluppò con Giuliano, mentre sua moglie, tornata a fare la mummia dormiente sembrava del tutto disinteressata ai discorsi di noi due.

Purtroppo anche con lui ricademmo sull’argomento pornografia, soprattutto dal punto di vista legale, ufficiale diciamo così.

Lui si preoccupava per le sue ragazze, per i giovani di oggi… dei maledetti telefonini che permettevano di ritrarre dei video di stupidate; eppure se queste fesserie diventavano virali potevano portare persino a gesti estremi.

“Vedi, noi cerchiamo di essere molto professionali, in realtà siamo i primi ad essere più attenti a certe stronzate. Non voglio fare il paladino, ci mancherebbe, ma rifletti per noi video o foto estorte con l’inganno, oppure storie di sesso estremo: zoofilia, incesti eccetera, rappresentano solo un pericolo, visto che potrebbero, nella migliore delle ipotesi, portare alla chiusura del sito!”

“Quindi,” chiese lui interessato “cosa succede se, per esempio, qualcuno pubblica un video di sesso senza il permesso dei protagonisti? Insomma…” si guardò intorno per controllare che le figlie fossero lontane “Un uomo, diciamo, che violenta una ragazza e poi è talmente vigliacco da pubblicare tutto su un vostro canale? Che gli succede poi?””

Ero sempre più convinto di aver fatto un grosso errore ad accennare al mio hobby, e poi questi due prendevano la cosa molto sul serio… mentre io, non ero che una delle “ruote del carro”, tra l’altro disinteressata a questo tipo di casini che, in realtà, riguardava i responsabili dei siti, non certo me. La signora Rosa fingeva di dormire ma, dai pugni serrati fino allo spasimo, capii che era un fascio di nervi, in quel momento.

Pensai che le preoccupazioni di Giuliano fossero quelle classiche di un padre, così, almeno su questo argomento, cercai di essere onesto e chiaro.

“Allora, i supervisori dei siti tendono, per prima cosa, a non pubblicare scene di violenza o di coercizione a meno che non siano prodotte e certificate da produttori conclamati, con tanto di attori e attrici certificati e con tanto di liberatoria… per il resto si butta dentro di tutto e devo dire che ogni anno capitano 4 o 5 casi di video che vengono reclamati. Si tratta per lo più di scene brevi o semplici ma che purtroppo mostrano il volto dei protagonisti, che magari sono anche minorenni. Poi qualcuno, con un minimo di credibilità, ci contatta e ci chiede di eliminare le scene incriminate…”

“E basta… forza!” intervenne inaspettatamente la moglie “Ma che razza di discorsi sono?” si era alzata per metà dalla sdraio e sembrava voler zittire il marito e, ovviamente, pure me.

Incredibilmente il marito, tipo pacioccone che sembrava pendere dalle labbra di lei, sbottò:

“Tu lascia perdere… continua a dormire che è meglio!” disse quasi alterato, poi con più pacatezza, a me “continua per favore sai, a volte e meglio saperne di più su certi argomenti…”

“Uhm, non vorrei urtare Rosa… comunque è presto detto: la realtà è semplice e dolorosa, i ragazzi e specialmente le ragazze non dovrebbero MAI, assolutamente permettere a qualcuno di ritrarli in atteggiamenti… diciamo che non vogliono rendere di dominio pubblico, perché la nostra disponibilità a cancellare i materiali senza nemmeno chiedere credenziali è assolutamente inutile: la gente non lo immagina ma nel mondo ci sono oltre 20 milioni di siti porno, e ogni maledetto video viene copiato e ripetuto per centinaia o miglia di volte, in tutto il pianeta, magari riscuotendo in poche settimane milioni di visualizzazioni… Wattsapp a parte, che non è porno ma è ancora peggio…”

“Cazzo… incredibile…” disse Giuliano evidentemente angustiato.

“E sì…” dissi adattandomi per cortesia al suo “dolore”.

“E, giusto per concludere, voglio solo dirvi, che le pubblicazioni solo in Italia sono decine di migliaia l’anno, che solo 4 o 5 persone ci chiedono di eliminare il video, e che, praticamente, solo uno su un milione, alla fine decide di rivolgersi all’autorità giudiziaria. Questo perché farlo non fa che aumentare il danno: il video diventa virale e raramente il verdetto è favorevole “alla parte” lesa.”

Ora anche la signora Rosa mi guardava con occhi sgranati e sembrava più in “sintonia” col marito.

“E scusa…” chiese speranzosa e ingenua “per quanto tempo rimane uno di questi video disponibile in internet?”

“Per sempre, Rosa… per sempre!”

Il pomeriggio non ci incontrammo più. Eravamo vicini al mare ma non nel villaggio, e la mattina sarebbe stato difficile incontrarli ancora, almeno per me: infatti, proprio seguendo l’entusiastica descrizione di Federica, mia moglie, si erano tutti iscritti al giro della costa in barca. Una bella passeggiata turistica perché si visitavano posti fantastici e ci si poteva bagnare in acque cristalline. Per me, veterano del luogo, non presentava l’attrattiva di una volta. Infatti, quando avevano prenotato fui ben felice di aggregare Federica alla coppietta per evitare la stancante “crociera”.

Passammo la serata in tranquillità. Dei nuovi amici nessuna notizia e non posso nascondere che, nonostante la differenza di età, sarei stato contento di rivederli, soprattutto Rosa, che con il suo comportamento bizzarro del mattino mi aveva incuriosito; aveva lasciato in sospeso in me una serie di domande irrisolte.

Nei giorni precedenti non mi era sembrata un’isterica, anzi: era tranquilla, posata, solare, poi quella mattina sembrava avercela proprio con me, quasi avesse incontrato un suo vecchio nemico, un aguzzino da odiare per antichi rancori… ma chi cazzo la conosceva, in fondo? Sì, avevo affermato di notare una somiglianza indefinita della bella ragazza ma, in realtà era solo una mia impressione: le nostre esistenze erano diametralmente opposte ed era lampante, certo anche a loro, che non ci fossimo mai incontrati prima… mai sfiorati nemmeno di striscio.

Comunque, nonostante il mio carattere utilitarista e strafottente, ho buon cuore e mi dispiaceva pensare di avere, in qualche modo a me ignoto, angustiato la bella signora, tra l’altro in vacanza.

Chi lo sa? Forse era proprio a lei, a loro, che io ricordavo qualcuno che mi somigliava, da qualche altra parte disperso nel “pianeta”.

Per noi anziani “scopatori” è traumatico e complicato gestire i rapporti con le ragazzine o con le giovani donne, ci incantano e ci attraggono comunque ma, al tempo stesso, l’incipiente impotenza (o insufficienza senile) ci mette in uno stato di disagio, causato dal vorrei ma non posso. Ti illudi se lei ti dimostra amicizia o anche solo interesse ma al tempo stesso ti ritrai, troppo orgoglioso per rischiare l’eventualità, seppur remota, di una prestazione insoddisfacente o pietosa.

Inoltre la mancanza di esercizio con Federica non mi permetteva di potermi valutare con certezza sulle mie possibilità chiavatorie.

Vaneggiavo nel patio sotto la luna di Ferragosto. Rosa sembrava ormai detestarmi altro che attrazione fatale per il vecchio satiro pornografo.

3

Sono mattiniero.

Feci il caffè, preparai la colazione, e alle 8,30 salutai mia moglie che, come d’uso, si avviò verso la reception, dove un minibus avrebbe raccolto i partecipanti per accompagnarli al porto. Rientro previsto dopo le 16, quindi nessuna preoccupazione per il pranzo. Non mi restava che dedicarmi alle mie attività “letterarie”, approfittando del fresco del mattino. Magari più tardi, incalzato dal calore, avrei fatto una capatina in piscina. Di mattina era praticamente vuota… ma onestamente ciò che mi attirava di più era la breve passeggiata e la presenza del Bar, dove alle 12 in punto potevo sorseggiare il mio amato Spritz ghiacciato.

Dopo circa un’ora preferii sistemarmi nella casetta, dove c’era un invitante condizionatore ben calibrato.

E, dopo altri 10 minuti… la porta socchiusa si spalancò.

Nel riquadro accecante di luce esterna una silhouette si stagliava, ci misi pochi secondi a capire che si trattava di Rosa, incredibilmente materializzatasi dove non avrebbe dovuto essere… e soprattutto senza un motivo plausibile.

Mi alzai di scatto, per fortuna ero in pantaloncini. Ripresomi, non volli rimarcare sul fatto che, comunque, si bussa alle porte, specialmente se inattesi…

“Oh… Rosa? Che ci fai qui… è successo qualcosa?” effettivamente ora che la distinguevo meglio si vedeva che era tesa e quasi infelice; nonostante questo era bella, più che mai attraente. Aveva il solito costume nero che le stava divinamente e una camiciola ecru di canapa grezza, senza bottoni.

“Sono rimasta al Villaggio, ho detto che mi faceva male la pancia…”

“Mi dispiace molto… vuoi che ti accompagni in Farmacia…?”

Lei fece qualche passo in avanti e poi accostò la porta dietro sé.

“Ma tu guarda: il carnefice che si vuol prendere cura della vittima” abbozzò quel suo mezzo sorriso amaro.

Non sapevo cosa dire, dal giorno prima niente era cambiato se non in peggio.

“Ragazza mia, scusa, ma io proprio non so a cosa ti riferisci… ma, scusa, tuo marito, le bambine?”

“Ah, ah… il lupo continua a fare l’agnello? No, non temere, sono sola… sono qui a tua disposizione, “maestà”! E comunque, tranquillo, i miei sono andati alla gita e tua moglie con loro.”

Continuavo ad essere confuso ma preferii non esprimermi ancora, volevo capire finalmente, e poi… cosa aveva detto di me: il lupo? Ebbene, il lupo perde il pelo… e lei era bellissima, così vicina, potevo sentire il profumo del suo fresco deodorante. E se era una matta… “ebbene si vedrà: per il momento non era armata e poi, anche di femmine matte e imprevedibili, ne avevo conosciute tante.

“Allora, maestà?” mi incalzò “hai deciso cosa vuoi? Denaro? Non voglio credere, signor Giorgio: noi non ne abbiamo e non mi sembri così miserabile… cosa vuoi? Vuoi sfruttarmi? Vuoi comandarmi… vuoi possedermi, da vecchio porco quale sei?”

“Ma, Rosa, io non …”

“E smettila, sei esaurente! Sono 3 giorni che giochi con me… stai facendo come il gatto con il topo!”

Quasi a dimostrazione del suo sfinimento sedette sul nostro letto, ancora disfatto dalla nottata.

“Vuoi una sedia?” dissi sincero “non ti aspettavo, è tutto in disordine… e…”

Lei mi ignorò totalmente e riprese in tono più stanco e sottomesso.

“Dai, dimmi cosa vuoi e facciamola finita, Giorgio. Questa cosa mi logora da anni… anche mio marito, orami qualcosa l’ha intuito da tempo… lui non è mai esplicito ma credo che qualcosa sappia… il paese è piccolo!”

“Sì… ma io …”

“Ma tu, ma tu…basta, mi hai sfinita: ma che faccia conosciuta… non so dove ma mi pare di averti già vista… il tuo volto … e dai, Giorgio, siamo adulti. Potresti essere mio padre…”

Mentre pensavo “ma questa che cazzo vuole da me” e cercavo un appiglio una parola che le facesse sputare il rospo, per riprendere il controllo di se stessa, lei lentamente, come se qualcuno glielo avesse imposto, a la testa bassa iniziò a levarsi di dosso la camiciola chiara.

Ora, un po’ ci si vedeva nella casetta buia e devo dire che osservarla così remissiva, così disponibile mi fece un certo effetto, anche a livello virile.

Magari soffriva di un qualche tipo di crisi, meglio aspettare, ma intanto il vecchio lupo venne sfiorato da una intuizione: “e se fosse ninfomane?” ma no, non mi sembrava tipo e poi, perché fare tutto quel casino per stare con chi poi. un vecchio che forse non poteva nemmeno soddisfarla con la dovuta vigoria.

“Tu sei un porco, re Giorgio… te l’ho letto negli occhi dal primo momento… spero di sapere cosa vuoi… e io solo questo ti posso dare, Giorgio? Vuoi sesso? Vuoi il mio corpo?”

“Tu… sei una donna bellissima… ma io …in che senso dici?”

“Dai, lo sai bene: mi hai riconosciuta vero? Sono io… sì io quella che, a 18 anni, stupida e abbagliata dall’eccitazione…

Anche noi abbiamo scritto sai? anche mio padre ha provato di tutto, ma da qualche parte sempre può sbucare, e allora? Sai, avevo pensato perfino di farmi una plastica per uscire dall’incubo che mi perseguita…”

Poi, fissandomi apertamente:

“Allora, Giorgio, mi vuoi? Ti basto?

Ti do tutto, Giorgio, ma non tradirmi… ti do tutto, ma ti giuro che se mi sputtani dopo questo, sarei capace di qualsiasi cosa: q u a l s i a s i !”

E da quel momento le parole non servirono più.

Nel farmi intravvedere il suo dramma Rosa, sottomessa e femminile, mi poteva anche aver colpito dal lato umano ma adesso la mia eccitazione era partita in quarta e la sua avvenenza non permetteva ripensamenti.

Non toccava a me fare il “maschione” instancabile ma sinceramente avrei approfittato di quella donna… e quando mi capitava più? Erano anni che potevo solo desiderare una femmina così e, probabilmente, sarei morto senza assaggiarne una mai più.

Rosa girò intorno al lettone e sedette di nuovo, ma questa volta davanti a me. Fu lei stessa a tirare il pantaloncino verso il basso, liberando il mio cazzo, meravigliosamente barzotto. Non ho nessun farmaco per farlo duro (oh, come lo avrei desiderato in quel momento) ma comunque si prospettava battaglia e ora toccava al vecchio fucile non abbassare troppo presto la guardia.

Rosa era troppo bella, troppo arrapante, troppo remissiva e disponibile, meglio e più di qualsiasi puttana d’alto bordo… e poi quell’intrigo era così eccitante.

Mi prese il cazzo… non so se fingeva ma il suo odio era scemato, cominciò a fare quel che faceva ma senza mortificarmi, comunque era chiaro che ormai piaceva pure a lei.

Dopo oltre 10 anni di alterne vicende il mio cazzo entrò tra le labbra della fantastica signora e la mia capocchia rinacque a nuova vita, inturgidendosi per raggiungere la sua gola delicata. Piano piano il cazzo si fece duro: era con me in quel frangente e non voleva darmi dispiaceri.

Ormai c’eravamo dentro fino al collo. Senza nemmeno preoccuparci della porta appena socchiusa, la spinsi delicatamente sul letto di schiena, poi le scesi sopra e mi trovai su le a 69. Da sopra lo slippino sentii finalmente il suo odore di femmina, la sua frega sapeva di caldo, mi attraeva. Le scesi le mutande e me la mangiai! Il mio desiderio, la mia bramosia dovettero risultare così persuasivi che la signora si lasciò completamente andare, si bagnò senza poterlo nascondere e io me la bevvi, leccando da quella coppa preziosa, suggendo tra i peli scuri, lo scrigno vellutato del fiore bollente, era lievemente sfiancato dalle gravidanze… proprio come avevo intuito (e adorato) da vecchio marpione.

Un po’ dimentico che la piccola donna mi stava sotto ebbi poco rispetto per la sua bocca ma, forse per non contrariarmi, Rosa accettava quel pompino così profondo da sembrare una chiavata in gola.

… e accettò pure di mostrare tutto il suo piacere, perché mi venne in bocca, aggiungendo nuovi sapori agli estratti preziosi della sua vagina.

Si tolse il cazzo di bocca, forse voleva strafare: darmi il massimo. Iniziò a leccarmi e a ingurgitare le palle che, come succede ai vecchi, erano grosse e grinzose; mi leccò persino l’ano. Ed io perduto nel piacere sperai solo di non essere disgustoso per cotanta femmina.

Mi alzai, la feci alzare.

“E vieni qua adesso, troia: volevi il lupo? Allora sarai la mia pecora… e Rosa obbediente mi accolse in sé, lasciandomi ...

CONTINUA LA STORIA

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