Due schiavi e una capanna 2

  • Scritto da italsex il 13/05/2020 - 03:20
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Quell'Estate sembrava promettere di voler durare oltre quei giorni della seconda metà di Settembre, impegni della mia compagna e del marito di Jenny, ci avevano consentito di trascorrere il pomeriggio da lei, per ultimare un racconto, esaminarlo in modo migliore e più piacevole che tramite scambi di mail, e successivamente inviarlo.

Stavo lavorando all'ultima pagina, quando lei uscì dalla doccia, con un asciugamano che la copriva solo da metà delle cosce fino a poco sopra il seno, la pelle era lucida e pur se di colorito chiara conservava l'abbronzatura dorata frutto delle loro recentissime vacanze.

Con la mano sinistra, usandone uno più piccolo, si dava una prima asciugata, a cui sarebbe seguito il fon , ai capelli biondi, tenuti lunghi fino a sfiorare le spalle, nella destra reggeva due tazze con manici di caffè appena fatto, mi venne accanto e me ne porse una.

Mentre sorseggiavo la bevanda dette uno sguardo al testo ed esclamò : Ok, va bene...invia - Ero contento, dopo l'invio avevamo ancora 3 o 4 ore buone da trascorrere a letto, le passai una mano sul fianco destro e le accarezzai braccio e spalla nude.

Lei ricambiò il gesto passandomi una mano sulle gambe scoperte, facendola salire fino al pene, per comodità da lei avevo indossato maglietta e pantaloni corti.

Dopo il 20 Settembre mia moglie andava 8 giorni da sua sorella, il marito di Jenny partiva per un viaggio di lavoro più o meno della stessa durata, potevamo contare quindi su di una settimana tutta per noi

Bevve un sorso poi si appoggiò alla scrivania con il sedere, mi baciò, sospirò e propose: Stef si avvicina la nostra settimanina...particolare, senti se ci facessimo prendere come schiavi da dei negri, una coppia ...e ci facessimo inculare da un negro, un negraccio grande e grosso, come quel prete per dire, , ti va ? -

Rimasi senza parole per qualche secondo, avevamo già vissuto qualche trasgressione del genere ma questa, con assoluti sconosciuti, le superava tutte, come pericoli ed imprudenze, glielo dissi subito, anche se avvertivo nell'inguine una certa eccitazione.

Lei se ne accorse ed aggiunse : So che si dovrebbe dire nero o di colore ma mi eccita di più dire un negro, un centro africano, di quelli alti, grossi... che si vedono in giro...palestrati , mi eccita pensare ad un termine...un mandingo

E' quasi folle, Jenny come pensi di fare ? - Chiesi, mi guardò sorrise e rispose

Prendiamo una stanza in un residence, durante il giorno trattiamo male, malissimo uno di quei venditori ambulanti, un negro, lo rintracciamo e ci offriamo di chiedergli perdono, lasciarci punire, per me ci prende come schiavi, anzi...schiave e ci fa il culo, ce lo sfonda senza tante storie -

E' pericoloso io...-Sostenni subito , lei sbuffò, mi interruppe ed esclamò: - Ma dai ! lo chiamiamo da noi, prenderemo le nostre precauzioni...c'è capitato di peggio , nelle nostre avventurette , oh se non vuoi, se...te la fai sotto, vado da sola, dai ne ho voglia !.

No cara, ecluso tu vada da sola, quello no ! - Esclamai e ricambiai il bacio passandole la sinistra sulle tette, non l'avrei mai lasciata andare da sola in ...un'avventura così , lei lo sapeva come io sapevo che non sarei mai riuscito a toglierle dalla testa quell'idea , forse folle ma ormai in fase di progettazione.

Va bene piccola - Risposi, mi spogliai completamente, le sfilai l'asciugamano e scopammo sul divano, per non entrare nella camera e toccare il letto, seduto, lei s'inginocchiò e mi praticò un pompino, poi si girò e l'inculai mentre si reggeva con le mani allo schienale .

Rimanemmo nudi, abbracciati sulla moquette per un po', poi lei si scosse, si alzò e praticamente mi ordinò: Dai Stef ora vai, , potrebbe tornare prima del solito, a sorpresa, da un po' lo fa ! da domani cominciamo ad organizzarci -

Annuii e senza dire altro, mi alzai e mentre lei riordinava e provvedeva a lavare la tazza che avevo usato, premetti per l'invio del racconto, chiusi il portatile, mi rivestii e me ne andai, avendo l'accortezza, se qualche vicino fosse sulle scale, di fingere di uscire da uno degli uffici del piano o di quello inferiore

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